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Sospiri, ex operatori Attiva: “riaprire un tavolo istituzionale per affrontare la vicenda”

da Redazione

Foto commento Facebook CuzziLo sostiene il consigliere  regionale Sospiri che ribadisce la legittimità della protesta dei 65 ex precari e critica chi definisce un ‘indecente bivacco’ il presidio istituito dagli stessi  da 155 giorni

PESCARA – Il Capogruppo di Forza Italia, alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri torna sulla vicenda degli ex precari di Attiva che dallo scorso gennaio sono protagonisti di una protesta civile, legittima, ma inascoltata.

Lo spunto è uno scambio di commenti su  facebook in cui viene definito un ‘indecente bivacco’ e una ‘tendopoli’ il presidio messo in piedi da tali operai.

“L’episodio risale allo scorso 19 maggio, ma solo ora le immagini presenti sui profili facebook ufficiali dell’assessore Giacomo Cuzzi e del padre, Gaetano Cuzzi, stanno rimbalzando sui social, evidentemente aggiornati da qualche commento recente – ha spiegato il Capogruppo Sospiri -. In sostanza, il 18 maggio è stato smantellato il mercatino etnico abusivo sulle aree di risulta, operazione di cui il democratico Pd Giacomo Cuzzi, assessore al Commercio, si vanta sul suo profilo facebook. Ma il fattaccio accade il 19 maggio, quando appare un commento del padre dell’assessore, l’ex Presidente della Provincia socialista Gaetano Cuzzi il quale, alle 7.56, posta sul profilo del figlio: ‘Bravo Giacomo! Ora mettete mano alla tendopoli davanti al Comune, anche quella va smantellata. Un conto è la legittima protesta altra cosa è l’indecente bivacco che si protrae da mesi’. Una frase scioccante che ha lasciato tutti di stucco: sconvolge leggere un politico socialista incitare il figlio, che riveste la carica di assessore, allo ‘smantellamento forzoso’ di operai che protestano per la perdita del proprio posto di lavoro, definendo ‘tendopoli’ due strutture assolutamente decorose che quegli operai hanno ricevuto in dono dalla città solidale, e che sono state l’unico loro riparo nei duri mesi invernali appena trascorsi. Ed è altrettanto sconvolgente leggere quello stesso politico socialista definire ‘indecente bivacco’ il legittimo presidio degli ex operai di Attiva: parliamo di persone abituate a lavorare che da 155 giorni, ogni giorno, hanno anche provveduto a tenere pulita piazza Italia, spazzando, con i propri mezzi, l’intera area, sotto gli occhi dell’intera città. Parliamo di 65 lavoratori che da 155 giorni rivendicano, in silenzio, il proprio diritto al lavoro, e lo fanno con la semplice presenza, senza pagliacciate, senza urla, senza occupazioni abusive.

L’unico strumento utilizzato è il ‘rendersi visibili’ alla città per non diventare fantasmi privi di identità, e la città ha ampiamente dimostrato di apprezzare cercando di aiutare quelle persone in ogni modo. Ma evidentemente al socialista Gaetano Cuzzi dà fastidio la presenza di quei lavoratori perché gli ricordano il fallimento politico e amministrativo di una giunta comunale di cui fa parte anche il suo ragazzo. Che vergognosamente non ha neanche reagito rimbrottando il padre, o semplicemente cancellando un post vergognoso che, a questo punto, è legittimo pensare che condivida. Ed è il secondo caso, dopo quello di un esponente della segreteria del Governatore D’Alfonso che, neanche un mese fa, si è scagliato, sempre sui social, contro gli ex precari della Attiva. Ovviamente – ha aggiunto il Capogruppo Sospiri – riteniamo vergognoso quanto accaduto e Forza Italia vigilerà affinchè non un capello sia torto a quei 65 padri di famiglia, né vengano attuati ‘smantellamenti forzosi’. Quelle 65 famiglie sono evidentemente allo stremo delle forze, segno ne è che si cominciano a creare spaccature sul fronte della protesta, perché alcuni, legittimamente, non ce la fanno più alle lunghe notti e giorni all’addiaccio, sotto il sole, il freddo, o il caldo, lontani da casa e dalla famiglia. Forza Italia rivolge un appello al Prefetto affinchè riapra un tavolo istituzionale per affrontare la vicenda che il sindaco Alessandrini è stato incapace di portare a soluzione o semplicemente non lo ha voluto fare ritenendo illegittima quella protesta”.

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