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Carmine Iafolla morì nella tragedia mineraria di Sydney Mines in Canada

da Redazione

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BRITTOLI – Carmine Iafolla nacque a Brittoli in provincia di Pescara, il 13 agosto del 1886, da Domenico (quarantatreenne “contadino”). Intorno al 1920 Carmina sposò la compaesana Maria Vincenza Pagliccia (nata a Brittoli, in Via San Giuseppe, il 14 settembre del 1893, da Antonio e Concetta Marinelli). L’anno successivo, nel 1921, nacque Annetta. Subito dopo la nascita della figlia Carmine decise di emigrare. Si rivolse all’Agenzia per l’Emigrazione “Celidonio” che gli trovò lavoro nelle miniere della Pennsylvania. Nel 1927, Maria Vincenza e Annetta, la moglie e la figlia, lo raggiunsero negli Stati Uniti.

Sbarcarono ad “Ellis Island” dopo aver attraversato l’oceano sul piroscafo “Conte Biancamano”. Dopo qualche tempo Carmine ed altri minatori lessero di una offerta di lavoro, con migliore paga, a Sydney Mines, Cape Breton County, in Canada. Fu così che Carmine si trasferì in Canada. La famiglia Iafolla andò a vivere in un villaggio minerario. Il 6 dicembre del 1938, purtroppo, si verificò una tragedia che causò la morte di 21 minatori.

Tra questi anche Carmine Iafolla. La tragedia si verificò mentre i minatori, trasportati e stipati su dei precari carrelli, stavano scendevano nelle profondità della miniera. Subito dopo aver iniziato la discesa il cavo di trasporto si spezzò. Il risultato di questo disastro fu quello di dover recuperare i poveri corpi ammucchiati sul fondo della miniera. I minatori, che avevano già denunciato la pericolosità di quella operazione, si riunirono in assemblea per chiedere giustizia. Fu aperta una inchiesta ma il viceministro, in qualità di investigatore speciale, riscontrò “che non vi era stata alcuna colpevole negligenza da parte della proprietà”.

Era sempre così che, vergognosamente, si concludevano le indagini. Finì in tragedia, la povera esistenza di Carmine Iafolla. La moglie, Maria Vincenza, morì a Cape Breton nel 1972. La figlia, Annetta (sposò l’italo-americano Eric Cecchetto ed ebbe una figlia Carmelita), morì il 19 settembre del 2004.

Nella foto il carrello sul quale venivano trasportati i minatori.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

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