Una fondamentale boccata d’ossigeno per gli enti locali che in questa fase emergenziale, destinata a produrre effetti negativi per molti mesi, registreranno una notevole riduzione delle entrate e fronte della crescita di nuovi bisogni sociali. Non solo. Si tratta di un recupero di liquidità che può essere investito in servizi e investimenti.
Un importante ruolo in questa svolta lo hanno giocato Upi e Anci con un’autorevole capacità di confronto e di proposta nei confronti del Governo.
“Questa manovra alleggerisce il debito strutturale degli enti locali in un momento nel quale l’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova la tenuta economica dei bilanci locali – dichiara il presidente Diego Di Bonaventura – ma io ci leggo anche altro: la possibilità, anzi l’opportunità di rivedere quelli che sembravano essere dogmi della finanza pubblica. Qui non si tratta di essere pro o contro l’Europa. Di essere più o meno europeisti. Da soli nessuno va da nessuna parte. Le economie concatenate ci costringono a pensare insieme, a sopravvivere insieme, a trovare una via d’uscita condivisa. Nessuno Paese Europeo, per quanto oggi si senta più forte e solido di un altro, può pensare di uscire da questa crisi economica mondiale senza tener conto di quello che accade ai suoi confini. E sono confini che possono spostarsi velocemente. L’economia e la finanza pubblica devono ripensare i loro paradigmi in chiave sociale: se le comunità si ammalano, non producono, non lavorano , non consumano salta tutto il banco. E’ il momento dell’audacia, del coraggio, della sperimentazione in nome dell’umanità”.
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