CASTELVECCHIO SUBEQUO (AQ) – Il 27 dicembre scorso, in coincidenza con i 70 anni dalla promulgazione della Costituzione italiana, si è svolta a Castelvecchio Subequo (AQ) la cerimonia di commemorazione in onore dei Caduti, in occasione del recupero della piastrina militare del caporal maggiore Amelio Pizzocchia, nato a Castelvecchio Subequo il 7 dicembre del 1921.
Il compianto alpino era stato dichiarato deceduto durante la ritirata nel fronte russo a Popowka il 21 gennaio del 1943, senza il ritrovamento delle spoglie.
Numerose le presenze ad onorare: gli ufficiali e gli alpini del Battaglione L’Aquila, a cui la compianta penna nera apparteneva, le varie sezioni delle Associazione Alpini della provincia, dai Bersaglieri ai Granatieri di Sardegna, ognuno con i propri gagliardetti, che hanno sfilato nei cortei di trasferimento previsti nella manifestazione. A garanzia dell’eccellente riuscita della commemorazione è stata la mediazione del capitano Francesco Acconcia, originario di Castelvecchio Subequo, anch’egli in forza al Battaglione dal motto “D’Aquila Penne Ugne di Leonessa” di dannunziana memoria.
L’evento, all’insegna della pace, ha avuto due momenti: uno nei pressi del monumento ai Caduti, con l’alzabandiera, la deposizione della corona, benedetta dal cappellano don Claudio Recchiuti e la preghiera dell’Alpino, formulata dal tenente colonnello Pietro Piccirilli, che ha coordinato l’intera cerimonia; l’altro momento presso la sala Centro di Aggregazione Padre Pio, dove ci sono stati i vari interventi, del sindaco Pietro Salutari, del presidente regionale ANA Pietro D’Alfonso, del presidente della locale sezione ANA Francesco Padovani, dello scrittore e giornalista, studioso del fronte russo, ing. Maurilio Di Giangregorio, già con trascorso da ufficiale degli alpini, e dello scrivente che ha ripercorso il come, dalla Russia alla Pennsylvania, la piastrina sia tornata nel paese di Amelio, grazie allo studioso collezionista italoamericano Gaston BinnerBini che l’ha affidata allo scrivente. La slide di chiusura della presentazione, quale messaggio pubblico, ha riportato la frase di J. F. Kennedy nel discorso che fece all’ONU nel 1961: “L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all’umanità”. I lavori sono stati moderati dalla giovanissima e promettente Miriana Fazi, laureanda presso l’università di Trento.
La piastrina, dignitosamente incorniciata, è stata affidata alla signora Nina, quale rappresentante fra i vari nipoti intervenuti, affinché la prenda in cura, nella prospettiva di renderla disponibile appena verrà istituita la mostra museo ad hoc, in sinergia fra i cittadini, i comuni e la Comunità Montana Sirentina, già etichettata “Ecomuseo d’Abruzzo”.
In un ciclo ormai secolare di emorragia di abitanti dai centri montani abruzzesi, c’è un ritorno dopo oltre 70 anni: quello di una piastrina militare di un ventunenne, che aveva lasciato la zappa per il moschetto e mandato a morire nella steppa russa, lontano dai suoi affetti, dalla sua terra. Nella licenza fra il fronte greco-albanese e quello russo, nell’aprile del 1943 si era anche sposato…
Tali commemorazioni per le comunità locali, soprattutto dei piccoli paesi, rivestono particolare importanza, affinché le storie dei tanti Amelio non cadano nell’oblio, ma se ne conservi la memoria, poiché “una comunità senza memoria rischia di essere una comunità senza futuro”.
(a cura di Giovanni Pizzocchia – Comunità Montana Sirentina)
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