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Castelvecchio Subequo: Storie di donne diventa un libro

da Redazione

storie di donne

Bilancio positivo per la giornata di cultura politica in memoria di Antonio Padovani svoltasi ieri. Le riflessioni sul tema della violenza alle donne

CASTELVECCHIO SUBEQUO – Donne abusate, violate, mortificate. Donne costrette a cedere sotto la pressione del potere maschile, in una società ancora impari per ruoli e funzioni. Hanno raccontato uno spaccato della loro vita, portando sul palco emozioni, forza e tenacia, le protagoniste di “Anamnesi. Storie di donne: il tempo, la politica, la libertà”, la giornata di cultura politica in memoria di Antonio Padovani, che si è svolta, ieri, a Castelvecchio Subequo, organizzata dall’omonima onlus in collaborazione con il circolo culturale Salvemini, Aics e radio Uci.

Sul palco, accanto al vice presidente della onlus, Gianni Padovani, la giornalista e scrittrice, Monica Pelliccione, che ha moderato l’incontro, la componente della commissione pari opportunità della Regione, Laura Tinari, la presidente dell’associazione Mila donna Ambiente, Edvige Ricci, le scrittrici, Tiziana Iemmolo e Maria Elena Rotilio, l’onorevole Stefania Pezzopane, e il sindaco di Torrevecchia teatina, Katia Baboro.

“I contributi emersi”, ha dichiarato Padovani, “verranno raccolti in un libro, “Storie di donne”, che presenteremo a primavera prossima. Lo spessore degli interventi è stato tale da toccare, in ogni sfaccettatura, il dramma della violenza sulle donne nell’alveo familiare, dei soprusi e del mobbing nei luoghi di lavoro, delle battaglie sulla parità di genere, che ancora oggi vedono troppo speStorsso la donna soccombere. Mio padre, Antonio Padovani, nella sua carriera politica, ha sempre riservato un ruolo di primo piano alla donna come risorsa nella famiglia, nella società e nella politica”.

Una riflessione a più voci che ha preso spunto da una frase della filosofa, Michela Marzano:

“Essere dalla parte delle donne non significa sognare un mondo in cui i rapporti di dominio possano finalmente capovolgersi per far subìre all’uomo ciò che la donna ha subìto per secoli. Essere dalla parte delle donne vuol dire lottare per costruire una società egualitaria, in cui essere uomo o donna non abbia alcuna rilevanza. Non perché essere uomo o donna sia la stessa cosa, ma perché sia uomini che donne sono esseri umani che condividono il meglio e il peggio della loro condizione”.

“Una donna che, malgrado tutto riesce ad affermare se stessa”, ha dichiarato Padovani, “come dimostrano le testimonianze portate sul palco”. Racconti di violenze domestiche, di mobbing sul lavoro, di pressioni psicologiche tradotte in abusi perpetrati sempre e solo a danno delle donne. “Storie che assumono una valenza ancora più forte”, ha concluso Padovani, “in coincidenza della giornata nazionale contro la violenza sulle donne”.

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