Il dialogo prenderà il via dal tema dell’invidia, emozione che attraversa in qualche modo ciascuno di noi, attraverso l’approfondimento della fiaba di Cenerentola. Una donna che la dottoressa Toto, nel libro, presenta non come una “sfigata”, ma come antifragile e capace di raggiungere la felicità sebbene sia oggetto dell’invidia di matrigna e sorellastre. Qual è la sua soluzione? E invece, dalla prospettiva di chi prova invidia – emozione che sempre più corre sui social – come essa può diventare una guida, trasformandosi in gentile ammirazione e permettendo così di realizzare noi stessi? Sarà proposto anche un esercizio sul tema.
Passando alla fiaba di Peter Pan, con riferimento al mito di Narciso ed Eco, si affronterà poi il tema delle relazioni tossiche, per capire come riconoscere e gestire i rapporti disfunzionali, che sono incontri di mancanze, con la vittima che, incapace di riconoscere il proprio valore, cade spesso nella dipendenza affettiva. Se non addirittura oggetto di violenza, come racconta invece la fiaba di Barbablu, che nell’avvicinarsi della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” il 25 novembre, può offrire uno spunto su come riconoscere il possibile aggressore.
La discussione si snoderà attraverso il riferimento al metodo Fabulab, ideato dalla dottoressa Toto a partire dalla sua formazione con Paola Sant’Agostino, terapeuta junghiana, esperta in psicosomatica e fiabaterapia, e dalla rilettura delle fiabe classiche in chiave psicanalitica. Lo presenta per la prima volta proprio nel libro “Cenerentola non era una sfigata. E Wendy ha lasciato Peter Pan”, approfondendolo attraverso l’analisi simbolica di cinque fiabe (Il mondo di Oz, Cenerentola, Raperonzolo, Peter Pan, La lampada di Aladino).
Questo metodo considera ogni fiaba uno strumento efficace di problem solving, o meglio un processo evolutivo, attraverso lo schema “inizio – crisi – soluzione”. In questo modo la narrazione racconta chi siamo e chi possiamo diventare, attingendo alla magia e all’immaginazione che tutti abbiamo dentro, risorse che si risvegliano in ciascuno di noi quando siamo in un momento di grande difficoltà.
“Ogni elemento della fiaba rappresenta una parte di noi, offrendo una mappa di comprensione del nostro mondo interiore e rivelando strategie inedite per trovare soluzioni ai problemi, fuori dalla logica comune, attraverso il pensiero controintuitivo – dichiara Manuela Toto -. In fatto di relazioni, linfa vitale della nostra vita, le fiabe rappresentano un faro per imparare a gestire in modo nuovo emozioni distruttive che non permettono di volerci bene e di diventare adulti, portandoci a sentire quel vuoto interiore che ci fa vivere i rapporti interpersonali con un sentimento di mancanza piuttosto che di pienezza. Grazie di cuore a Barbara Reverberi, che si è resa disponibile a dialogare con me, su questi temi, al FLA”.
Mettendo insieme strategie che ruotano attorno alle fiabe e all’arte, attraverso le video-installazioni artistiche multimediali realizzate dall’Associazione Nemo Arte, la dottoressa Toto ha creato veri e propri laboratori narrativi ed esperienziali, definiti Nemo Lab, per approfondire i contenuti interiori di cui la fiaba è portatrice. In questo modo accompagna singoli, gruppi e team aziendali – quali quelli di Nakpack, BayWa.r.e. e Almacis – in percorsi di conoscenza interiore e crescita umana, per tornare a essere protagonisti della propria vita.
Il prossimo appuntamento destinato ai singoli, proprio sul tema delle relazioni, è previsto per sabato 26 novembre a Francavilla al Mare (CH), presso Villa Maria Hotel Spa, con l’evento “Caino: gestire le relazioni tossiche”. Sarà l’occasione per vivere un percorso esperienziale e immersivo attraverso la potenza archetipica della storia di Caino e delle fiabe di Malefica e Cenerentola, indagando le emozioni causa di sofferenza nelle relazioni, come rabbia, invidia e senso di colpa.
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