Regione Abruzzo

Centenario del Partito comunista italiano, Pierluigi Regoli ospite di Fina

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Punto di partenze del 44° incontro della rubrica é stato “1921. Resoconto di una scissione”, curato dall’esperto di politiche culturali

L’AQUILA – Il 44esimo incontro della rubrica curata da Michele Fina “Un libro, il dialogo, la politica” è stato dedicato al centenario del Partito comunista italiano. Punto di partenza il libro “1921. Resoconto di una scissione” (autori vari) curato da Pierluigi Regoli, esperto di politiche culturali. Oltre a Fina e Regoli sono intervenuti nel corso del dialogo Graziella Falconi (pubblicista e saggista), Valdo Spini (presidente Fondazione Circolo Rosselli), Andrea Catena (dirigente nazionale del Partito Democratico).

L’incontro è stato aperto da Fina con un pensiero dedicato al dramma dei quattro escursionisti dispersi sul Monte Velino. Fina stesso ha sottolineato che il libro “ha molti meriti. In questo periodo vediamo pubblicati molti lavori sul centenario del Partito comunista ma questo è propedeutico a tutti, perché è il resoconto di quel Congresso, parola per parola e rumore per rumore”.

Per Regoli “è evidente che questo centenario per alcuni è lo spunto per una celebrazione, per altri di critica. Per questo è importante avere contezza del dibattito che ci fu al Congresso del Partito socialista, da cui la frazione comunista si mosse per fondare il nuovo partito. Ho ritrovato un resoconto che risale al 1962/1963, l’ho digitalizzato per avere una base su cui ragionare assieme. Gli ospiti di questo dialogo hanno focalizzato alcune questioni”.

Falconi quella che attiene al ruolo delle donne: “La condizione delle donne in Italia era all’epoca molto più arretrata rispetto ad altri Paesi più industrializzati e con una unità nazionale di più lunga data. La marcia verso l’emancipazione è stata molto difficile. Il Movimento operaio non era avulso da questa realtà, le donne erano una minoranza e tale rimangono anche nell’evoluzione del Partito comunista nei decenni successivi”. Catena ha approfondito la questione dei giovani: “Il Congresso di Livorno non fu tanto una rottura tra massimalisti e riformisti, piuttosto la rottura ci fu sull’espulsione dei riformisti, e su un piano generazionale e culturale. L’idea di partito dei Gramsci, Terracini e Togliatti era molti diversa da quella dei socialisti, sia massimalisti che riformisti”.

Nell’intervento di Spini anche una riflessione sulle ragioni di una così ingente pubblicazione di libri in occasione del centenario del Partito comunista italiano: “Si ritrovano in quel passato le radici di una passione politica di cui oggi sentiamo il bisogno. Al di là dei meriti e dei demeriti è questo che ci riguarda, nel momento in cui siamo di fronte a processi di separazione tra cittadini e istituzioni e di decomposizione delle forze politiche”.

Pubblicato da
Marina Denegri

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