Furlani e Di Felice sottolineano che la realizzazione della centrale gas rappresenta un rischio per l’incolumità degli abitanti e sottrae ogni dignità al ruolo degli amministratori locali e dei cittadini nella gestione dei propri territori
L’opera rientra tra gli interventi per potenziare la dorsale adriatica, il grande metanodotto che dal Sud porta il gas a Minerbio, in Emilia Romagna, tra Bologna e Ferrara, dove si trova uno dei maggiori snodi europei del metano.
L’autorizzazione rilasciata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri vanifica anni di lotte da parte di comitati cittadini locali, associazioni ambientaliste, enti ed organizzazioni che hanno difeso strenuamente il loro territorio contro a realizzazione di un’opera dannosa sotto vari aspetti.
Infatti, la centrale di compressione, progettata sulla faglia del Morrone, in un luogo ad elevatissimo rischio sismico, rappresenta un primo passo per la realizzazione del metanodotto da sempre osteggiato da Sulmona e da altri centri della Valle Peligna.
il Sindaco di Sulmona, dopo aver dato le proprie dimissioni, si è recato a Roma insieme ad una folta schiera di Sindaci del territorio e di rappresentanti della politica regionale e nazionale per chiedere al governo il ritiro del provvedimento che, ad oggi, è stato momentaneamente congelato ma non annullato.
Mauro Furlani, presidente della Federazione Nazionale Pro Natura, e Piera Lisa Di Felice, vice presidente della Federazione e coordinatore dell’Organizzazione Regionale pro Natura Abruzzo, esprimono la loro totale contrarietà alla realizzazione della centrale gas a Sulmona, che, oltre a rappresentare un grave rischio per l’incolumità degli abitanti, sottrae ogni dignità al ruolo degli amministratori locali e di cittadini nella gestione dei propri territori.
D’altro canto la centrale Snam a Sulmona, insieme al progetto per l’estrazione del gas a Bomba ed il metanodotto a Larino, sono tre opere previste in questo momento nella regione Abruzzo che vanno in direzione diametralmente opposta rispetto a quanto previsto da accordi e normative nazionali e internazionali che richiedono una radicale decarbonizzazione.
Progetti di tal fatta, che trovano la loro matrice nel mondo dei combustibili fossili, devono essere radicalmente cambiati, dando adeguatamente spazio alle fonti di energia rinnovabile, rispettose dell’ambiente e della salute della popolazione.
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