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Centrale SNAM a Sulmona, la nota della senatrice Di Girolamo

da Marina Denegri

gabriella di girolamo

La stessa Eni ha certificato che l’opera non è assolutamente necessaria; inoltre metterebbe a rischio la sopravvivenza dell’orso

SULMONA –  Riceviamo e pubblichiamo una nota pervenuta, a firma della senatrice Gabriella Di Girolamo sulla questione relativa ad una Centrale SNAM a Sulmona. “Risulta sempre più urgente una presa di posizione chiara da parte del Ministero dello Sviluppo Economico sul metanodotto Rete Adriatica Snam anche alla luce della riunione convocata per il 28 Gennaio alle ore 12 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per procedere con l’iter per l’autorizzazione del tratto Foligno-Sulmona. Un’opera ereditata dai vecchi governi che va in assoluta contrapposizione con l’inteso lavoro che sta svolgendo oggi lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di rispettare l’impegno preso dall’Italia di abbandonare le fonti fossili entro il 2050, anche grazie al via libera a importanti misure come le Comunità energetiche, il piano di sviluppo verso l’idrogeno verde, il super-bonus 110% e l’implementazione dell’industria 4.0.

Nell’ultima interrogazione che ho depositato lo scorso 19 gennaio, grazie al prezioso contributo del Coordinamento No hub del Gas, ho evidenziato che, in base ai dati del Bilancio Energetico Nazionale e dell’Enea, i consumi di gas metano nel nostro Paese sono fortunatamente in discesa inesorabile dal 2005, anno in cui c’è stato il massimo storico con 86 miliardi di metri cubi, tranquillamente trasportati dalla rete italiana di metanodotti. Ciò significa che la rete esistente è già sovradimensionata rispetto ai 60 miliardi di metri cubi di consumo che il Governo stima per il 2030. La stessa Eni lo scorso 18 gennaio ha certificato che l’opera non è assolutamente necessaria per soddisfare la domanda nazionale e che c’è il rischio concreto di dare agli italiani il solo onere di pagare, con un aumento in bolletta, i 1,9 miliardi di euro che servirebbero per realizzarla.

Si tratta di dati oggettivi che fanno venir meno il carattere di strategicità dell’opera dichiarata dal Governo Renzi, a causa della quale sono state già fatte numerose forzature, affiancate da sistematiche prescrizioni in ogni passaggio autorizzativo per il metanodotto e per la centrale di spinta.

Ma non è tutto. I Parchi nazionali della Maiella e d’Abruzzo, Lazio e Molise, insieme alla Riserva del Monte Genzana hanno certificato nel Rapporto “Orso Marsicano 2019” che tutta l’area individuata da Snam per la costruzione della Centrale di spinta è interessata dalla presenza dell’Orso e che la costruzione di essa metterebbe in serio pericolo la sopravvivenza della specie protetta. Non a caso il Comune di Sulmona assieme a quelli limitrofi è a lavoro per ampliare i confini del Parco Majella proprio per tutelare l’ecosistema unico che caratterizza questi luoghi.

Per una valutazione complessiva dell’opera, manca ancora lo studio di INGV sulla sismicità dell’intera area appenninica attraversata dal metanodotto, come previsto dalla lettera inviata al Comune di Sulmona il 14 novembre dall’Ingegner Dialuce, Direttore Generale per la Sicurezza e Approvvigionamento e infrastrutture energetiche del MISE. Per questo ho chiesto in primo luogo il rinvio della riunione prevista per questo giovedì e allo stesso tempo di poter partecipare, nel caso di diniego al rinvio, per poter ribadire tutte le ragioni per le quali continuo ad essere profondamente contraria ad un’opera che, ad ogni aggiornamento che ricevo, risulta sempre più inutile e dannosa. Continuerò, per questo, la battaglia contro questo progetto con ogni azione che è nelle mie possibilità”.

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