Il presidente della Commissione sottolinea la grave assenza del direttore Angelo Muraglia
L’AQUILA – “Oggi in Commissione Vigilanza abbiamo tentato di fare chiarezza sui ritardi nell’avvio del Centro per l’Autismo di Sant’Atto (Teramo) generati dalla superficialità della Regione attratta dalla solita “politica delle chiacchiere” e troppo lontana dalle esigenze e dalle problematicità delle famiglie”. E’ quanto dichiara il presidente della Commissione Mauro Febbo che sottolinea in primo luogo “la grave assenza del Direttore del Dipartimento della Salute, Angelo Muraglia che è da ritenersi un gesto assolutamente inqualificabile rispetto a una tematica così delicata”.
“Nel corso della seduta odierna – evidenzia Febbo – abbiamo ottenuto di conoscere i tempi di avvio della importante struttura, resa disponibile solo grazie alla Asl di Teramo dalla scorsa estate ma rimasta bloccata a causa di un farraginoso iter burocratico tutto interno all’Assessorato alla Sanità e alla Direzione regionale (forse per questo si è registrata la pesante assenza di Muraglia). A breve comunque si partirà con la gestione diretta della stessa Asl, per tutto il 2016, come assicurato dal Direttore generale Fagnano che è stato audito in Commissione Vigilanza. L’avvio del centro di Sant’Atto è un passaggio doveroso che va nella direzione indicata dalla Legge n. 134/2015 che inserisce l’autismo nei nuovi LEA (Livelli essenziali di Assistenza) attribuendo alle regioni e alle ASL specifici compiti al fine di garantire l’accesso alle attività abilitative su tutto il territorio.
La positiva esperienza maturata a L’Aquila (Collemaggio) con la struttura riabilitativa “La Casa di Michele” gestita direttamente dalla Asl 01 dal gennaio 2014 e l’attività di coordinamento del Centro Regionale di Riferimento per l’Autismo (istituito dalla Legge Regionale n. 92/1997), potrà essere esempio a cui ispirarsi per realizzare la rete di strutture territoriali che dovranno assicurare le attività abilitative alle persone con autismo della nostra regione. Molte aree della nostra regione non hanno ancora punti di riferimento costringendo famiglie a lunghi viaggi o a rinunciare alle attività fondamentali per l’accrescimento delle autonomie dei propri cari. Una opposizione costruttiva – conclude Febbo – può contribuire a far comprendere al Commissario alla Sanità, all’Assessore e alla Direzione regionale della Sanità il giusto equilibrio tra i diritti vitali degli abruzzesi con autismo e la “cieca” burocrazia della politica”.