PESCARA – Si è svolta ieri la Cerimonia di commemorazione dei diciannove giovani caduti a Nassiriya ,19 ‘eroi della pace’, ragazzi che sino al sacrificio più estremo, erano impegnati in Iraq per garantire la democrazia in un paese devastato, giovani che avevano scelto la missione lontano da casa per contrastare il terrorismo. Mantenere viva la loro memoria è molto più che un dovere, ricordare i loro volti, i loro nomi, le loro famiglie, continuare, dopo sette anni, a fare nostro il dolore di quelle mamme, quei papà, mogli, figli, significa sostenere le centinaia di migliaia di rappresentanti delle Forze dell’Ordine che ogni giorno mettono a repentaglio la propria vita per garantire la nostra sicurezza.
Con queste parole il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ha ricordato i caduti di Nassiriya.
Alla Cerimonia organizzata presso il Monumento dedicato ai Caduti di Nassiriya , nel piazzale accanto al Tribunale, in via Lo Feudo, erano presenti oltre ai rappresentanti di tutte le Forze dell’Ordine, anche il Prefetto di Pescara Vincenzo D’Antuono, Roberto Petri Capo della Segreteria del Ministro della Difesa La Russa, il Presidente del Consiglio comunale Licio Di Biase, il Presidente del Consiglio provinciale Giorgio De Luca, l’abate generale Don Giuseppe Natoli, gli assessori comunali Eugenio Seccia e Nicola Ricotta, i consiglieri comunali e la consigliera regionale Alessandra Petri. Presenti anche alcune classi dell’Istituto tecnico ‘Aterno’ e dell’Itis ‘Volta’.
La cerimonia si è aperta con lo schieramento del Reparto di Formazione e l’ingresso dei Labari e dei Gonfaloni, salutati dal Prefetto di Pescara con la rassegna.
Ad accompagnare la cerimonia dell’Alzabandiera è stato il coro della Polizia municipale che ha eseguito l’Inno d’Italia e la canzone del Piave.
Subito dopo una studentessa dell’Aterno ha letto una lettera di ricordo indirizzata a tutti i militari italiani impegnati in missione all’estero, per poi lasciare la parola al Prefetto D’Antuono:
sette anni fa l’Italia intera si è stretta attorno al lutto che ha colpito tutto il paese per l’assassinio di 19 figli, giovani che non erano in guerra, ma erano impegnati per garantire il ripristino della democrazia, un impegno che racconta l’identità stessa della Repubblica italiana nelle sue missioni di pace all’estero. Abbiamo il dovere di onorare i nostri militari che ci difendono dai rigurgiti del terrorismo internazionale.
Ha detto Petri:
ieri ho ricevuto la moglie e il figlio di 18 mesi dell’alpino Luca Cornacchia, abruzzese di Avezzano ferito due settimane fa in un terribile attentato in Afghanistan in cui sono rimasti uccisi altri alpini paracadutisti; nelle settimane precedenti avevo preso parte ai funerali a Roma del capitano Romani della Folgore anch’egli deceduto in un altro attacco. Oggi purtroppo ai 19 eroi di Nassiriya dobbiamo accomunare tutti coloro che hanno perso la vita per tenere lontano dalle nostre case e dalle nostre famiglie il pericolo del terrorismo internazionale, per garantire democrazia e tolleranza. Porto oggi a Pescara il saluto del Ministro La Russa che ci ricorda l’importanza di tenere viva la memoria dei nostri soldati caduti e delle migliaia di giovani che tutelano la nostra sicurezza.
Ha sottolineato Mascia:
la ricorrenza odierna rinnova ogni anno il dolore per la ferita inferta alla nostra nazione il 12 novembre del 2003 quando sono stati uccisi in Iraq 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e due civili, oltre ai venti Carabinieri feriti. L’appuntamento odierno rappresenta per noi tutti l’occasione per tributare ai coraggiosi uomini del nostro contingente in Iraq e ai loro familiari il doveroso riconoscimento delle Istituzioni e della collettività, in termini di gratitudine per il servizio reso alla Patria e di cordoglio per la tragica scomparsa.
Come ogni anno, al cospetto del monumento che l’amministrazione comunale ha dedicato agli eroi di Nassiriya per mantenerne vivido il ricordo nelle generazioni future, con un forte coinvolgimento emotivo, confermiamo ancora una volta l’affetto e la fiducia che la nostra città nutre per i suoi giovani in uniforme, chiamati a garantire i valori fondamentali sanciti dalla Costituzione repubblicana, anche lontano dai confini nazionali. Giovani provenienti dalle nostre città, animati dai forti ideali dell’attaccamento alla Patria, che con coraggio, passione e senso di umanità, hanno messo al servizio dell’intera comunità la propria capacità professionale fino all’estremo sacrificio.
Ed è oggi ancor più significativo tributare tale riconoscimento ai nostri eroi davanti ai nostri studenti che in questo periodo staranno sicuramente approfondendo i temi dell’Unità d’Italia in vista del 150° Anniversario che si celebrerà il prossimo anno e quindi i valori della patria, del sacrificio, del senso dello Stato. L’occasione odierna dev’essere un momento per i nostri ragazzi per riflettere sui principi morali che hanno animato i nostri giovani eroi in missione di pace, di farli propri nella vita di ogni giorno, di viverli pienamente nei rapporti familiari e professionali, perché solo in questo modo potremo perpetuare in modo adeguato il ricordo di tutti loro, dando un significato autentico al loro sacrificio, offerto per ripristinare le condizioni di pacifica convivenza in terre lontane distrutte dalla guerra.
Subito dopo la cerimonia è ripresa con la lettura dei nomi dei 19 italiani uccisi a Nassiriya, ossia i 12 carabinieri, il maresciallo Massimiliano Bruno, il sottotenente Giovanni Cavallaro, il brigadiere Giuseppe Coletta, l’appuntato Andrea Filippa, il maresciallo luogotenente Enzo Fregosi, il maresciallo capo Daniele Ghione, l’appuntato Horacio Majorana, il brigadiere Ivan Ghitti, il vicebrigadiere Domenico Intravaia, il sottotenente Filippo Merlino, il maresciallo Alfio Ragazzi, e il maresciallo Alfonso Trincone; le 5 unità dell’esercito, il capitano Massimo Ficuciello, il maresciallo capo Silvio Olla, il primo caporal maggiore Alessandro Carrisi, il caporal maggiore capo scelto Emanuele Ferraro e il caporal maggiore Pietro Petrucci; infine i due civili Marco Beci, cooperatore internazionale, e il regista Stefano Rolla che in quei giorni stavano girando uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassiriya. Quindi l’abate generale Don Natoli ha impartito la propria benedizione e il sindaco Albore Mascia e il Prefetto D’Antuono hanno deposto una corona ai piedi del monumento, mentre una studentessa ha lasciato un mazzo di rose rosse per la conclusione della cerimonia, sulle note de Il Silenzio.