Alle 10 il sindaco Albore Mascia, accanto alla nuova lapide completamente riqualificata e reinstallata pochi mesi fa sul muro della vecchia stazione ferroviaria, in corso Vittorio Emanuele, ha atteso i Vigili in Alta Uniforme che hanno portato la Corona d’Alloro posta ai piedi della lapide, per poi osservare un minuto di raccoglimento mentre la città tutt’attorno si è fermata sulle note dell’Inno d’Italia.
Ha sottolineato il sindaco:
Pescara ha subito nella sua storia quattro pesanti bombardamenti nel pieno della seconda guerra mondiale. I primi due, il 31 agosto e il 14 settembre del 1943 furono i più devastanti, gli ultimi due, il 17 e 20 settembre, servirono solo a terminare un’opera di distruzione ormai già effettuata, quando la città era quasi deserta con migliaia di cittadini sfollati nelle campagne vicine. L’obiettivo degli alleati era quello di penetrare su Pescara per raggiungere agevolmente Roma percorrendo la via Tiburtina. L’attacco del 31 agosto avvenne alle 13.20 in punto, un caldo pomeriggio di fine estate, quando tanti cittadini erano in spiaggia. I bombardieri B-24 dell’aeronautica militare giunsero dal mare, senza dare ai cittadini il tempo per mettersi al riparo, e sganciarono contro il centro le proprie bombe con un attacco devastante. In pochi minuti vennero rase al suolo le aree comprese tra via Nicola Fabrizi e via Firenze, come via Roma, e il Palazzo del Governo che in quegli anni ospitava il presidio militare. In quel momento non venne colpita la stazione ferroviaria e nell’attacco del 31 agosto morirono almeno 1.600-1.900 persone. Il secondo attacco arrivò il 14 settembre, mirato, questa volta, alla stazione con 37 bombardieri che lanciarono 341 bombe ad alto potenziale esplosivo distruggendo completamente magazzini, scali merci e depositi di rifornimento della stazione, una strage di ben 2mila persone. Oggi Pescara ha ricordato la prima tragedia, il primo bombardamento sulla città, in memoria della tragedia e dei caduti. Per il 14 settembre l’amministrazione terrà una seconda cerimonia, come da tradizione, con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, ma soprattutto ci prepariamo a commemorare con la massima solennità la ricorrenza l’anno prossimo, per il settantesimo anniversario della tragedia.
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