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Cerimonia per il restauro di un organo del 1700 a Palena

da Redazione

PALENA (CH) – Venerdì 12 agosto presso la Chiesa della Madonna della Neve del Santissimo Rosario di Palena (Ch) si terrà alle ore 16:30 l’inaugurazione del restaurato organo di Adriano Fedri del 1787. Adriano Fedri fu nome di spicco tra i grandi rappresentanti dell’ arte organaria abruzzese nell’Italia del Settecento. Ad oggi abbiamo notizia di circa cinquanta organi da lui costruiti.

Nacque presumibilmente ad Atri (Te) il 17 agosto del 1719 da una famiglia di organari originari delle Marche, i Fedeli della Rocchetta di Camerino (oggi Corgneto). Suo padre, Feliciano si trasferì in Abruzzo, e fu attivo nelle province di Teramo, Chieti e L’Aquila. Adriano fu il suo primogenito, in una famiglia con altri fratelli (Domenico Antonio, Raffaele e Bernardino) e parenti, tutti dedicati alla stessa professione, che disseminarono organi di eccelsa fattura in tutto il centro-Italia.

Certamente Adriano fu l’esponente più importante della predetta famiglia e la sua vita trascorse in un gran girovagare: si spostò di città in città a seconda dei lavori da eseguire;

Il 29 marzo del 1745 Adriano sposò la cugina Anna Bartolomea Fedeli e si stabilì a Rieti dove gli rinnovò l’organo della chiesa di S. Felice di Cantalice (1746).

Nel 1748 costruì inoltre, in collaborazione con il cognato Francesco, il monumentale e prestigioso organo della chiesa di S. Michele Arcangelo di Contigliano (Ri).

Nel 1752 si trasferì ad Ascoli Piceno con l’incarico di restaurare l’organo del Duomo e di realizzare quello della chiesa di S. Maria del Carmine.

Qui, il 9 ottobre del 1754, nacque il suo primo figlio maschio, Emidio, dopo aver avuto tre femmine Barbara, Drusilla e Teresa.

Nel 1755 fu a Civitella del Tronto, dove nacque l’altro suo figlio Damaso, e l’anno successivo si spostò a Fano Adriano (Te) per realizzare un nuovo organo per la chiesa dei SS. Pietro e Paolo.

Infine, ritornò definitivamente ad Atri, nel 1757, dove l’anno precedente, con la morte di Rodolfo Acquaviva, si era estinta la plurisecolare dinastia dei duchi d’Atri.

Nel 1759 sposò in seconde nozze , Maria Leoni, una giovane reatina con cui aveva già avuto un figlio durante una relazione extramatrimoniale, e dalla quale ebbe altri cinque figli.

Non mancarono tuttavia dissidi con i figli maschi di primo letto, Emidio e Damaso, che ad ogni modo rappresentarono la continuità nel tempo dell’arte organaria del padre, che si tramanderà per generazioni fino alla metà dell’Ottocento.

Adriano Fedri esercitò un’intensa attività organaria in Atri, attestata da numerosi e pregevoli strumenti, alcuni organi si conservano ancora oggi in varie località della regione:

Chiesa di S. Benedetto a Teramo (1762);
Chiesa del Suffragio a Bucchianico (1765);
Chiesa di S. Agostino a Teramo (1767?);
Chiesa di S. Francesco a Lanciano (1769?);
Basilica a S. Eusanio Forconese (1772);
Chiesa della Madonna della Pace a Capestrano (1774?);
Chiesa della Madonna della Misericordia (1776),
Chiesa di S. Chiara (1778),
Chiesa della Madonna delle Grazie a Chieti;
Chiesa di S. Bartolomeo a Teramo (1777);
Monastero di S. Maria a Grajano a Fontecchio (1779);
Chiesa di S. Giovanni Battista a Camarda (1880);
Chiesa di S. Domenico a Penne (1781);
Chiesa della Madonna del Rosario a Navelli (1782);
Chiesa della Madonna del Carmine a Teramo (1783?);
Chiesa di S. Vittorio a Ripa Fagnano Alto (1785);
Chiesa di S. Rocco a Moscufo (1787);
Chiesa di S. Agostino a Città S. Angelo (1795).

Adriano, oltre ad imporre caratteristiche foniche e tecniche inconfondibili, si distinse anche per alcune innovazioni introdotte negli strumenti, come il sistema di rinforzo dei bassi inventato con l’intento di migliorare le prestazioni degli strumenti tradizionali, presente nelle chiese di Bucchianico (Suffragio), Chieti (Misericordia) e Teramo (S. Bartolomeo) .

Ad Atri Adriano acquistò anche una grande casa dove si sistemò stabilmente con tutta la famiglia ancora abbondantemente cresciuta col secondo matrimonio (ebbe altre sei figlie). Proprio nella sua città Adriano morì il 19 ottobre del 1797 e fu sepolto nella locale chiesa di S. Francesco. Spetterà al figlio Emidio e al suo discendente Gaetano (1785-1853), che si occupò principalmente di accomodi e ritocchi su strumenti già esistenti, continuare l’attività paterna ad Atri.

Alla cerimonia presenzieranno:
Don Sante Paoletti – Parroco di Palena
Arch. Mario Di Nisio – Presidente della Fondazione Carichieti
Dr.ssa Ernestina Stinziani – Funzionaria della Sovraintendenza Archeologica di L’Aquila
Giuseppe Delfini – Presidente dell’Associazione Culturale Palenese

Seguirà un concerto per organo eseguito dal M° Alberto Mammarella, diplomato in Organo e composizione organistica presso il Conservatorio di Musica “G. Rossini” di Pesaro e in Clavicembalo presso il Conservatorio di Musica “L. D’Annunzio” di Pescara, che proporrà brani di B. Morandi, G. B. Martini, J. S. Bach e altri.

Marco Vittoria

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