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Cerolini su ennesimo dramma del freddo e del degrado a Pescara

da Redazione

cerolini“Si tratta di una morte annunciata e prevedibile, frutto del taglio dei servizi che sino a un anno e mezzo fa il Comune di Pescara riusciva a garantire” ha osservato il Coordinatore cittadino

PESCARA – “Quando un uomo di 47 anni, senza un tetto, senza una famiglia, muore per il freddo in un casolare abbandonato, quella morte è una vergogna per la città e per l’amministrazione comunale che aveva il dovere di garantire una rete di assistenza adeguata. Purtroppo già lo scorso settembre, a fronte dei ‘casi’ simili che avevano caratterizzato l’estate, avevo lanciato l’allarme sui rischi dell’inverno e sono stato accusato dall’assessore delegato Diodati di ‘speculare sui morti’. Oggi credo che l’intera giunta Alessandrini debba solo chiedere scusa all’uomo, di origine polacca, ucciso, con ogni probabilità, dalle temperature ghiacciate della notte, che si sono aggiunte a una situazione generalizzata di degrado. Ora chiedo al sindaco Alessandrini quanti altri casi simili dovremo aspettarci per questo inverno, e cosa dobbiamo aspettare prima che adotti le opportune iniziative per garantire a tutti i clochard della città un riparo adeguato e sicuro almeno di notte”. La denuncia arriva dal Coordinatore cittadino di Forza Italia Guido Cerolini a fronte del caso dell’uomo di 47 anni trovato morto ieri in una baracca abbandonata in via Valle Roveto, a due passi dal fiume.

“Si tratta di una morte annunciata e prevedibile, frutto del taglio dei servizi che sino a un anno e mezzo fa il Comune di Pescara riusciva a garantire con l’amministrazione di centro-destra, servizi oggi ridotti al lumicino se non scomparsi – ha osservato il Coordinatore Cerolini -. Lo scorso settembre avevo lanciato il primo allarme, dopo l’ennesimo decesso estivo di un uomo trovato in casa, dopo giorni dalla sua morte, proprio perché solo, privo di una rete di assistenza, familiare o comunale, un pensionato che non aveva alcun parente e che il Comune non aveva neanche censito al fine di inserirlo nei meccanismi di monitoraggio inaugurati dal centro-destra. In quella occasione ricordo le accuse dell’assessore Diodati circa il mio presunto ‘speculare’ sui morti, atteggiamento miope di chi non riesce a cogliere l’invito a porre rimedio a una situazione di rischio che era inevitabilmente destinata ad aggravarsi con l’arrivo dell’inverno. E ho di nuovo lanciato l’allerta poche settimane fa, fotografando l’accampamento che ogni notte si ripete in piazza Sacro Cuore, dunque in pieno centro, con decine di disperati che dormono all’addiaccio, sotto il cielo di stelle, con temperature oggi tornate a toccare lo zero di notte, sistemati su cartoni, con appena una coperta vecchia per tentare di arginare il freddo, aiutandosi con qualche bevanda alcolica per sentire meno il gelo che penetra fino alle ossa. Anche in quel caso ho chiesto alla giunta Alessandrini di sapere che fine avesse fatto la rete di sostegno ai clochard, che ogni notte, per cinque anni, sono stati monitorati, sistemati nelle strutture della Caritas convenzionate con il Comune, prima via Gran Sasso, poi il dormitorio di via Alento, oltre che negli alberghi sempre convenzionati, almeno 5 strutture sparse sul territorio e disponibili a svolgere tale servizio. Senza dimenticare che ogni notte erano mobilitati i mezzi del Centro Operativo sociale e della Croce Rossa per verificare la situazione nei punti meno ‘visibili’ del territorio, dunque casupole abbandonate, i ponti, le panchine, i giardini, per individuare chi fossero e dove fossero dislocati coloro che eventualmente erano sfuggiti alla nostra rete, rifocillarli, controllare le loro condizioni di salute, e attivare tutto il meccanismo di assistenza comunque per non lasciarli soli. E il nostro protocollo ha funzionato perché per cinque anni non un clochard è morto all’addiaccio per il freddo. Ieri invece il primo decesso, di un uomo di appena 47 anni, sicuramente affetto da patologie invalidanti, sulle quali è piombato il dramma di non avere un riparo, di essere costretto a dormire in una baracca abbandonata, priva anche di finestre, dunque completamente aperta e ghiacciata, privo di qualunque protezione. Un decesso che, temiamo, a questo punto non sarà neanche l’ultimo, perché è evidente l’impreparazione della giunta Alessandrini nell’affrontare tale problematica: i clochard di piazza Sacro Cuore sono ancora in piazza; tutta l’area circostante la stazione ferroviaria è piena di senzatetto che di notte si avvolgono in una coperta e dormono all’aperto; i giardinetti del terminal bus sono un dormitorio a cielo aperto, con i disperati che addirittura cercano rifugio tra i cespugli o sotto un albero. Siamo al dramma del degrado e dell’abbandono totale, mentre il sindaco si preoccupa di dare a Pescara uno stadio nuovo o il teatro Michetti o un ponte del cielo. Oggi Forza Italia pretende di sapere quali sono le misure attive nel settore sociale per togliere di notte dalla strada i senzatetto e garantire loro un riparo; quanti sono i posti letto disponibili nei dormitori di via Gran Sasso e via Alento, dunque quanti sono effettivamente i clochard che vi possono trovare riparo; quanti sono i posti letto disponibili negli alberghi; e quanti sono i disperati che dormono in strada”.

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