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Pescara, Cerolini: “il sindaco non ha più i numeri per amministrare la città”

da Redazione

Il Coordinatore cittadino di Forza Italia Cerolini stigmatizza quanto sta accadendo in giunta comunale

Guido Cerolini ForliniPESCARA – “Tre assessori messi alla porta dieci mesi fa, con il pretesto di dover procedere con nuove nomine per dare un ‘cambio di passo’ alla gestione della città. Dieci mesi dopo del cambio di passo non abbiamo visto l’ombra, mentre il sindaco, smentendo se stesso, mette alla porta altri tre assessori, ma non per ‘rilanciare l’azione di governo’, ma solo perché messo sotto scacco dalle liste minori che lo hanno costretto a piegarsi e a sottostare alle loro richieste.

E intanto Pescara va alla deriva e affonda in uno strapiombo senza ritorno, in cui non saranno le festarelle a suon di milioni di euro dell’assessore tutto rock e paillette Cuzzi a risollevarla. Oggi le dimissioni del sindaco Alessandrini non sono più una scelta facoltativa o politica, ma sono un obbligo amministrativo e morale: il sindaco non ha chiaramente più i numeri per amministrare la città, i suoi alleati lo hanno privato di ogni potere dimostrandosi di essere singolarmente più forti di lui e da parte di Alessandrini riconsegnare le chiavi del Palazzo e rimettersi al giudizio dell’elettorato sarebbe un gesto di dignità politica”.

È il commento del Coordinatore cittadino di Forza Italia Guido Cerolini dinanzi alle ultime vicende inerenti la giunta comunale di Pescara.

“Pescara ha il diritto di tornare alle urne, non può continuare a essere vittima delle crisi, delle spaccature e dei ricatti quotidiani che hanno ormai lacerato in modo insanabile la maggioranza di sinistra – ha sottolineato il Coordinatore Cerolini -. Dieci mesi fa tutti ricordano la conferenza stampa in cui il sindaco Alessandrini, mostrando i muscoli, ha presentato la sua nuova giunta, dopo aver messo alla porta il trio Sandra Santavenere-Adelchi Sulpizio-Veronica Teodoro, cambiando, peraltro, il terzo assessore alle Finanze in due anni di Governo, delega passata dalla Sammassimo a Sulpizio a Giuliano Diodati.

Implacabile la motivazione:

gli assessori andavano cambiati per ‘dare un cambio di passo all’operato dell’amministrazione’, ovvero i tre assessori spodestati avevano prodotto poco o niente e quindi andavano sostituiti, facendo entrare Loredana Scotolati, Antonella Allegrino e Civitarese Matteucci, che si sono aggiunti all’altra sorpresa Laura Di Pietro.

Sono passati dieci mesi, costellati non da opere o risultati, ma da fallimenti, errori deliberativi macroscopici e madornali, e da uno stallo amministrativo che è lo specchio più autentico di una città paralizzata, in cui non si fa nulla, non si gestisce né l’ordinario né lo straordinario, Pescara è semplicemente una barca che ha perso il timone e i remi e, lasciandosi trascinare dalla corrente, viaggia verso la deriva e le sabbie mobili.

Dopo dieci mesi ci risiamo: il sindaco Alessandrini si prepara a nominare il quarto assessore alle finanze, sbattendo la porta in faccia anche all’assessore Diodati sacrificato sull’altare della politica meno nobile, ovvero il dover accontentare i malpancismi delle liste minori che reclamano un posto in giunta o paralizzano i lavori del Consiglio comunale. Quindi messo alla porta Diodati, insieme a Laura Di Pietro e, probabilmente, alla stessa Scotolati, quest’ultima entrata in giunta come colei che avrebbe dovuto risollevare le sorti dell’urbanistica e dell’edilizia cittadina, e che in dieci mesi non è invece riuscita a portare una sola delibera in Consiglio comunale.

Ma c’è di peggio,

perché fatta fuori Veronica Teodoro, dopo aver annunciato che ‘non sarebbe rientrato dalla finestra chi era uscito dalla porta’, un messaggio chiaramente rivolto non a una giovanissima donna alla sua prima esperienza politica, ma all’intera lista che rappresentava il suo nome, il sindaco Alessandrini si appresta a nominare assessore il padre di Veronica, Gianni, e non per la sua innegabile esperienza politico-amministrativa, ma solo per scrivere la parola ‘fine’ all’ostruzionismo della Lista Teodoro in Consiglio comunale.

Un’umiliazione senza precedenti per il sindaco Alessandrini che, ci chiediamo, con quale faccia oserà presenziare alla inevitabile conferenza stampa per presentare la nuova, ennesima, giunta? Come giustificherà, stavolta, il nuovo giro di valzer degli assessori? Certamente non potrà dire che tale cambio è stato dettato dalla necessità di dare spazio alle liste minori, visto che dieci mesi fa di concedere quello spazio non ci pensava proprio. Avrà il coraggio di dire di essere stato costretto a nominare Gianni Teodoro per non subire più l’ostruzionismo della sua lista? Ma soprattutto – ha aggiunto il Coordinatore Cerolini – con quale coraggio il sindaco Alessandrini si presenterà ora a braccetto con i Teodoro dopo gli ultimi dieci mesi di insulti e offese?

La verità è che oggi Alessandrini appare sempre più come un ‘re travicello’, incapace di incidere nella vita politica e amministrativa della città, in continua balìa di questa o quella corrente, e privo di qualunque potere, costretto a subire le decisioni assunte dal Governatore D’Alfonso, il grande ‘regista’ della crisi politica, o del capogruppo Pd Presutti. E Pescara non merita di morire vittima di un’amministrazione incapace di governare. Oggi Alessandrini deve dimettersi, è l’unico gesto di coraggio che può fare per il bene di Pescara e dei pescaresi”.

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