MONTESILVANO (PE) – Con la testa e con il cuore è tornato a sudare per la maglia nerazzurra. Ma dentro al petto continua a battere forte la sua passione Azzurra. E, a poche ore dal debutto della Nazionale italiana in Serbia per l’Europeo 2016, domani sera alle 21 contro l’Azerbaijan, Paolo Cesaroni ci tiene a far arrivare a Belgrado il proprio messaggio ai compagni dell’Italia, con cui ha condiviso lo scorso dicembre l’emozione del debutto nelle qualificazioni mondiali in Puglia e la settimana scorsa il duro lavoro del raduno di Genzano. Anche il laterale di Montesilvano urla al mondo: #teniamocela, l’ashtag lanciato per sostenere i Campioni d’Europa di Menichelli.
“Mi auguro che i ragazzi riescano a portare di nuovo a casa il trofeo – dice Cesaroni dopo l’allenamento del pomeriggio al Palaroma –. La Nazionale può dare una grande mano al movimento del futsal italiano. Un grandissimo in bocca al lupo a tutti. Ho incontrato degli amici prima che colleghi e avversari nelle rispettive squadre”.
Il ricordo della settimana di lavoro agli ordini di Menichelli è ancora freschissimo nella sua mente: “Per me è stata un’esperienza bellissima. Lavorare con i migliori del futsal italiano, vedere come si muovono in campo e ascoltare il mister e lo staff è stata un’occasione di ulteriore crescita per me. In ritiro c’era grande carica fin dal primo giorno. Il gruppo ha la consapevolezza di presentarsi nelle vesti di campione uscente e sa di dover difendere il titolo del 2014, per questo l’atmosfera era quella degli appuntamenti importanti, anche questa è stata un’esperienza preziosa per me”.
Alla fine non è stato convocato per la partenza di domenica scorsa a Fiumicino. Da qualche giorno è tornato ad allenarsi agli ordini di Bellarte. Ai colori Azzurri ha dato solo un arrivederci “Chi non avrebbe voluto essere tra i quattordici di Belgrado? Ma mi metto nei panni del ct: non è facile escludere delle persone e tenerne dentro altre. Bisogna accettare le scelte e restare con la testa sulle spalle. Io, Micoli e Schininà dobbiamo continuare a lavorare e migliorarci per farci trovare pronti alle prossime chiamate”.
La valigia ormai è pronta, dietro la soglia di casa. Magari la rispolvererà per un lungo volo verso la Colombia, il prossimo settembre. “Dalla mia parte può esserci l’età, visto che in questo gruppo ero uno dei più giovani. Significa che, solo sulla carta, ho delle chance per il futuro. Ma devo lavorare a testa bassa e meritare un posto in Azzurro, perché altri ragazzi bravi verranno fuori e proveranno a conquistare la maglia della Nazionale. So che non posso cullarmi sugli allori se voglio farne parte negli appuntamenti futuri”.
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