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Chieti :“Bene Mio, Core Mio” di Eduardo De Filippo

da Direttore

Riapre,oggi, il sipario del Teatro Marrucino con  la più napoletana delle commedie scritte  da Eduardo. Lunetta Savino tra i nomi di spicco del cast

CHIETI- Riapre il sipario del Teatro Marrucino sul cartellone di Prosa Classico organizzato dal Comune di Chieti in collaborazione con l’ATAM e la direzione artistica del regista Sabatino Ciocca.

Infatti , oggi, 5 gennaio e domani 6 gennaio, alle ore 21.00, andrà in scena la commedia “Bene mio, core mio”, di Eduardo De Filippo, che vedrà protagonista l’attrice Lunetta Savino.

Scritta nel 1955 e rappresentata nello stesso anno per la prima volta a Roma al Teatro Eliseo può essere definita a tutti gli effetti la commedia più napoletana scritta da Eduardo ed anche una delle più intricate, per trama, personaggi complessi, sentimenti contrastanti e finale a sorpresa.

Eduardo ripropose l’opera nel ciclo televisivo del 1964 e nel 1983 la affidò ad Isa Danieli e Piero Di Iorio, firmandone lui stesso la regia. Per l’occasione revisionò il testo, rendendo il finale ancora più aspro e stridente. Fu quella l’ultima sua regia e l’ultimo allestimento dell’opera fino ad oggi.

Ha detto Sabatino Coccia:

Un omaggio a Piero Di Iorio mai dimenticato attore teatino e alla sua arte e una bella occasione per vedere all’opera Lunetta Savino, grande interprete teatrale, trelevisiva e cinematografica

Sul palco, con Lunetta Savino sono Bruno Colella, anche regista dell’opera, Lina Polito, Vittorio Ciorcalo, Giovanni Allocca, Antonella Migliore, Bianca Nappi, Franco Pica, Marco Tornese, Nicola Vorelli. Scene di Tonino Di Ronza , costumi Caterina Nardi, musiche originali Eugenio Bennato.

Ha scritto  nelle note di regia Bruno Colella:

Eduardo questa volta si trova ad arbitrare una vicenda a tinte fosche, forse una delle più intricate fra le sue commedie; c’è una sorella di mezza età legata al maturo fratello tanto da minacciare il suicidio se lui non le dedica l’esistenza, un giovane verduraio arrampicatore sociale avido di soldi e desideroso di aprire un negozio al centro, soggetto a sua volta ad una ricca matrigna ossessionata dalla religione e dall’aldilà e per questo vulnerabile ai raggiri; due vicini invadenti che ci sguazzano e un architetto pronto a ristrutturare il suo appartamento.

Ed il maturo restauratore di quadri decide di risolvere i suoi problemi così come è abituato a fare col suo lavoro, cioè pulendo, ricostruendo, rigenerando, forte della materia nobile che è abituato a trattare, non da artista incantato ma da incantatore abile e pragmatico, portatore sano di arte e fantasia, ed è così che seduce a sorpresa la affascinante matrigna, ed è così che da consumato giocatore si sottrae alle insidie portate dalle persone che lo circondano e con uno scacco matto stende i suoi ambigui avversari.

Ma il vero capolavoro di restauro Lorenzo forse lo compie con la vita della sorella Chiarina che da rassegnata zitella e da pallida vittima di una improbabile e sgangherata truffa diventa unico attore vincente di questa vicenda, recuperando in un solo colpo la propria femminilità, e una maternità alla quale aveva ormai rinunciato; tutto questo senza neppure pagare lo scotto più alto, e cioè la convivenza col grezzo e infido padre della sua creatura.

Come ha spiegato il regista, Bruno Colella, la messa in scena si muove su due piani: quello della recitazione tradizionale che rispetta il testo e quello più moderno che si avvale del linguaggio della video-arte e delle canzoni.

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