Rosa (nome di fantasia) dopo una relazione decennale con l’uomo che abitava nello stesso paese del pescarese, decide di interrompere il rapporto: non ce la faceva più a sopportare la gelosia martellante di lui, che però non si è mai rassegnato. Inizialmente continua a chiamarla, mandandole messaggi ad ogni ora del giorno e della notte, tanto che lei è costretta a bloccarlo. La ragazza decide di trasferirsi a Chieti, trova lavoro e serenità e inizia una nuova relazione. Ma dura poco.
Chiusa la porta dei social, il giovane decide di iniziare una sorta di pendolarismo dello stalking: si muove dalla propria residenza a Chieti, segue Rosa ovunque vada, al lavoro, a casa, la importuna per strada e inizia a chiamare ossessivamente i familiari infangando il nome del nuovo compagno di lei, nel tentativo di riprendersela.
Gli appostamenti al lavoro diventano talmente insistenti che i colleghi sono costretti dopo il turno, ad accompagnare la ragazza fino alla macchina, per evitare eventuali approcci. Continua così per tre anni, fino a che, alla fine di settembre, l’ossessione arriva al culmine. Rosa– ed il nuovo compagno sono a casa dei genitori di lei da soli: sono sul balcone a chiacchierare e a godersi la serata, quando arriva D.P., che inizia a urlare epiteti irripetibili alla donna, poi raccoglie da terra dei sassi e li lancia all’indirizzo dei due.
I ragazzi, spaventati, rientrano in casa, ma la rabbia dell’uomo sale, tanto che sfonda a calci la porta di casa, afferra un bastone e colpisce più volte entrambi. Alla fine riescono a disarmarlo e a rientrare in casa, ma l’aggressore non demorde e continua a cercare di entrare, finché non arrivano i carabinieri. Sono attimi di inferno dai quali i due ragazzi escono con una frattura al gomito lui, per la quale sarà operato e delle escoriazioni al ginocchio lei.
A questo punto la ragazza, anche spinta dai familiari, decide di denunciare tutto ai carabinieri di Chieti scalo, che iniziano a raccogliere le testimonianze e prove a carico dell’uomo, e in meno di due mesi denunciano il 30enne alla Procura di Chieti.
D.P.C. dovrà rispondere, a breve, davanti al giudice di atti persecutori, violazione di domicilio e lesioni personali aggravate.
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter