Per la prima volta da quando nacque, pare nell’842, la Processione del Cristo morto non si terrà. Non era successo nemmeno in tempo di guerra
CHIETI – Niente processione del Venerdì Santo a Chieti. A comunicarlo é stato l’arcivescovo Bruno Forte all’Arcicofraternita del Sacro Monte dei Morti. Alla base della decisione la situazione di emergenza Coronavirus.
La solenne processione del Venerdì santo di Chieti è considerata fra le processioni più antiche d’Italia, La sua origine, infatti, risalirebbe all’842 d.C., anno in cui si concluse ufficialmente la ricostruzione della prima cattedrale (attualmente la vecchia cattedrale costituisce la cripta della nuova), che era stata distrutta nell’801 da re Pipino. Con la ricostruzione della cattedrale nacque la processione del Venerdì santo.
La processione ha inizio la sera del Venerdì santo, all’imbrunire, per le vie e le strade di Chieti illuminate dai ceri portati dai numerosi fedeli, ha inizio la Processione, in cui vengono portati i simboli della Passione, delle statue lignee realizzate nel 1855, il gallo, l’Angelo, la scala, le tenaglie, le lance, la borsa e la Croce appena sbozzata. I fedeli portano inoltre una morte lignea, uno stendardo nero e il catafalco del Cristo Morto. I membri delle diverse Confraternite indossano gli abiti dei propri sodalizi e avanzano incappucciati, mentre dalle finestre pendono coperte di seta. Il corteo è accompagnato dall’intonazione del Miserere, canto solenne composto dal maestro teatino Selecchy, tra il XVIII e il XIX secolo.
Una delle tradizioni della processione di Chieti è che questa si debba sempre svolgere, anche in condizioni atmosferiche pessime o durante accadimenti rilevanti, come avvenne durante la seconda guerra mondiale: nel 1944 infatti, nonostante fosse stato emanato il divieto di effettuare la processione, questa si svolse ugualmente, sebbene in versione ridotta. Quest’anno per la prima volta, pertanto, non verrà rispettata la tradizione.