Il provvedimento è stato emesso per motivi di sicurezza in materia di prevenzione del terrorismo
La successiva attività’ investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale de L’Aquila, ha consentito di accertare la riconducibilità al predetto di due profili “facebook” sui quali, attraverso specifica attività tecnica, venivano individuati testi inneggianti al Jihad e immagini di chiara propaganda nei confronti dell’organizzazione terroristica denominata “stato islamico”.
In particolare, emergeva una foto avente sullo sfondo la basilica di Santa Maria Maggiore di Roma ed in primo piano un foglio recante la scritta in arabo vergata a mano “da Roma preghiamo Dio che faccia vincere lo stato islamico”.
Le contestuali attività dinamiche documentavano inoltre che O. A. T., emarginato dalla comunità islamica di San Salvo (CH) per la sua visione fondamentalista dell’Islam, aveva assunto un comportamento schivo e distaccato e trascorreva la maggior parte della giornata in casa, senza frequentare cittadini italiani e senza espletare alcuna attività lavorativa.
Il continuo accesso a siti web a sostegno del c.d. “stato islamico”, la consultazione di pagine relative alla realizzazione artigianale di giubbotti esplosivi e l’attività’ di proselitismo e propaganda in chiave jihadista svolta attraverso i social network, indicavano chiaramente la pericolosità’ sociale di O. A. T. che, trasferitosi nel frattempo in Marocco, veniva raggiunto da un provvedimento che non gli consente di entrare e soggiornare “in area Schengen” per motivi di sicurezza in materia di prevenzione del terrorismo.
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