Grande distribuzione, domeniche lavorative e promozione concreta del “prodotto Abruzzo”:le proposte dal congresso Uiltucs Abruzzo.Riconfermato Mario Miccoli segretario regionale
CHIETI – Visto con gli occhi del Terziario, l’Abruzzo è una Ferrari che va a 80 all’ora: un prodotto eccellente ma poco o nulla promosso e, dunque, che massimizza meno di quello che potrebbe, anche a causa di scelte penalizzanti o assenti nei settori del turismo e del commercio. Un territorio, dunque, perennemente indeciso tra un Nord che ha agganciato il treno della ripresa e un Sud che continua ad arrancare. Spinge con convinzione verso la prima soluzione Uiltucs Abruzzo, la federazione dei lavoratori del turismo, commercio e servizi che ieri mattina nella splendida location del Teatro Marrucino a Chieti ha celebrato il congresso regionale, al termine del quale Mario Miccoli è stato confermato segretario.
Una mattinata ricca, iniziata con alcune aree cantate dal tenore Piero Mazzocchetti, e proseguita con interventi di spessore: dal sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, al vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli, passando per il segretario regionale della Uil Abruzzo, Michele Lombardo, e il segretario nazionale Uiltucs, Bruno Boco.
Nel corso della sua relazione, il segretario Miccoli ha spiegato che “nella nostra regione il terziario rappresenta indiscutibilmente il traino dell’economia, attestandosi nei nostri settori al 70 per cento circa del pil abruzzese. Il settore del terziario tradizionale e avanzato ha dimostrato negli ultimi anni di essere un settore dal forte potenziale di crescita oltre ad aver retto la botta della recente crisi economica ha preservato meglio di altri comparti il suo bacino occupazionale, i servizi rappresentano oltre il 70 per cento dell’occupazione abruzzese e contribuiscono alla creazione di circa i tre quarti della nostra ricchezza”.
In merito al nuovo Testo Unico sul commercio, Miccoli ha spiegato che si è persa “l’occasione di dotare la legislazione regionale di una normativa che regolasse il lavoro domenicale e festivo, lasciando alla normativa nazionale tale prerogativa” che di fatto “genera una forte sofferenza circa il ricorso al lavoro domenicale e festivo specie nella grande distribuzione”.
A partire dal precedente tentativo realizzato con la Giunta Chiodi, poi impugnato dal governo, Miccoli ha colto con favore la disponibilità di Lolli ad inserire nuovamente la limitazione delle domeniche lavorate nella nuova legge in discussione nel consiglio regionale:
“L’accordo sottoscritto con la cooperazione in Abruzzo, quindi, rappresenta un’importante punto di partenza che ha sancito l’obbligo della prestazione domenicale e festiva per un massimo di 26 giornate su 52 le restanti sono basate sul criterio della volontarietà: noi proveremo a replicare tale opportunità nella contrattazione di secondo livello regionale”. Un accenno importante, poi, è stato fatto in merito alla grande distribuzione: “L’Abruzzo rispetto alla sua densità della popolazione per concentrazione di centri commerciali tiene testa all’hinterland di Milano, per non parlare poi dei danni che tale fenomeno ha arrecato ai centri urbani e alle piccole e medie imprese che, a mio avviso, meritano politiche di rivitalizzazione. In tal senso, il testo unico del Commercio di recente licenziato ha recepito le nostre istanze limitando gli insediamenti di nuovi ipermercati sino al 2021”.
Il segretario nazionale Bruno Boco ha detto nel suo intervento conclusivo che “il problema dei problemi in Italia sono i 6 milioni di cittadini al di sotto della soglia della povertà. Una cifra di fronte alla quale tutti si dovrebbero mobilitare. Non possiamo non partire dai problemi e dalle sofferenze del Paese anche come sindacato. Dobbiamo lanciare un libro bianco in cui, dopo anni di destrutturazione delle tutele, indicheremo nuovi percorsi per ricostruirle: una strada, una direzione per migliorare i rapporti all’interno delle aziende. Avanti così, c’è sempre più bisogno del sindacato”.
Mario Miccoli sarà aiutato da una segreteria composta da Bruno Di Federico e Alberto Stampone.