Per il presidente della Commissione Vigilanza è in atto una ulteriore operazione di smantellamento che penalizza la città
CHIETI – “Quello che sta avvenendo in questi ultimi anni a discapito della Provincia di Chieti è qualcosa di indicibile. Una struttura, fiore all’occhiello dell’intera regione, già in fase di declino in virtù di una riforma che ne prevede l’abolizione, per la quale qualcuno sta pensando di procedere al definitivo smantellamento ancor prima all’esito del referendum e con il solo pretesto del “risparmio” si stanno attuando azioni illogiche che avranno un solo nefasto obiettivo: massacrare il tessuto economico e sociale di Chieti”.
E’ quanto dichiara il presidente della Commissione Vigilanza, Mauro Febbo che spiega come l’esempio lampante di questa situazione è “la chiusura della sede Provincia 2 in Piazza Monsignor Venturi, edificio posto in vendita ma che è ancora sede dell’autoparco oltre ad essere pieno di mobili e soprattutto documentazione. Mi chiedo se la programmazione economica per lo svuotamento degli archivi esistenti dei settori caccia e pesca, urbanistica ed ecologia è stata quantificata e soprattutto sono stati individuati immobili idonei dove allocare il tutto?
La Regione è a conoscenza del problema relativo agli archivi del Genio Civile che sono disseminati nelle proprietà della Provincia con gravi limitazioni dell’uso di locali utili e con un gravissimo pericolo di incendio? Ci sono migliaia di faldoni che interessano centinai di Comuni e decine di migliaia di costruzioni pubbliche e private degli ultimi 30 anni. Archivi presenti in un intero capannone di Provincia 2, nella sala convegni del polo tecnico (che era l’unica sala convegni attrezzata di un Ente pubblico in Città) oltre a vari ambienti a piano terra del polo tecnico; in gran parte dello stabile nel Comune di Ripa Teatina che fu appositamente acquistato dalla precedente amministrazione (Presidente Coletti) per “risanare i problemi di una ditta ormai in fallimento” così è sembrata una operazione senza criterio. Tutti questi ambienti sono incustoditi e senza sistemi antincendio, senza considerare la difficoltà oggettiva nel prelevare le pratiche ma soprattutto l’impossibilità da parte dell’amministrazione provinciale di poter conservare atti e fascicoli relativi a progettazioni di opere pubbliche e manutenzioni varie”.
“Dei dipendenti in servizio – spiega ancora Febbo – 118 sono funzionari tecnici, istruttori tecnici, funzionari e istruttori amministrativi, capi cantoniere, cantonieri, operai specializzati e generici, tutti in organico ai Servizi essenziali di edilizia provinciale (ovvero tutte le scuole superiori e istituti professionali oltre al patrimonio immobiliare) e Viabilità provinciale (che interessa circa 1800 chilometri di strade nei 104 comuni della Provincia di Chieti). Questa struttura, nel corso degli anni, ancor prima della riforma Del Rio, ha operato stabilmente nel Polo Tecnico ubicato in Via Nicola Nicolini espletando i propri servizi, nonostante non ci siano più programmazione e fondi per poter andare avanti.
Ma cosa ha pensato di fare chi oggi è a capo dell’ente? Ha deciso di svuotare il polo tecnico, dislocando in modo disordinato, inorganico e incoerente su un edificio istituzionale lungo il Corso Marrucino, tecnici e amministrativi, seguendo la logica di “dove c’è posto vi mettiamo” e soprattutto senza una effettiva motivazione se non quella legata alla logica del “risparmio”.
Non si capisce come questi dipendenti potranno operare una volta trasferiti, con pratiche correnti che rimarranno archiviate nel polo tecnico e in una porzione dell’ex ospedale pediatrico, tecnici che saranno distribuiti in varie stanze e su diversi piani e amministrativi che seguiranno la stessa sorte, sistemati in ordine sparso, in quanto tutte le stanze migliori e funzionali sono oggi saldamente occupate”.
“Bisogna considerare che la Provincia di Chieti, differentemente da quella di Pescara, è dotata di un polo tecnico autonomo che consentirebbe di attuare la riforma alla lettera con la costituzione delle “Stazioni uniche di appalto”. E’ evidente che smantellando il polo tecnico, nella previsione di costituzione di una macroterritorialità provinciale, verrebbe a sparire una infrastruttura che oggi è un privilegio per la nostra Provincia e per la nostra Città e che la porrebbe in una condizione subalterna rispetto alla Provincia di Pescara.
Smantellando il polo tecnico come struttura amministrativa operativa e funzionante si andrà a operare subordinatamente e in modo promiscuo, forse con l’effettiva intenzione di andare a sopperire alcune funzioni “settorizzate” che oggi presentano carenze croniche di personale e forse non hanno più ragione di esistere”.
“C’è il rischio concreto – avverte Febbo – che la Città di Chieti perda una organizzazione funzionale di attività amministrative che oggi sono presenti e utili alla collettività. La concentrazione in Viale Amendola, Via Nicolini e Via Discesa delle Carceri di Uffici dell’Agenzia delle Entrate, Polo Tecnico del Comune, Polo Tecnico della Provincia, Provveditorato agli Studi, Genio Civile e Comando di Polizia Municipale, ha da sempre costituito una fondamentale e utile collocazione dei servizi a favore delle utenze; tecnici, imprese, semplici cittadini hanno potuto fruire di quanto necessario con spostamenti minimi.
In sostanza si otterrà una scomoda movimentazione di persone che vagano in centro con oggettive difficoltà di trovare parcheggio e inoltre si troveranno ad affrontare servizi disseminati in più sedi con la certezza che tutto funzionerà male. Perché non attivare da subito la stazione unica di appalto nell’attuale polo tecnico, con funzionari tecnici e amministrativi attualmente in servizio e con l’attuale Dirigente? Forse perché non gestibili politicamente ? O forse perché bisogna alimentare funzioni a ex Dirigenti o Dirigenti demansionati perché erano parte integrante di servizi trasferiti ad altri enti? O Forse perché si vuole accentrare il potere gestionale a qualcuno che a sua volta è indirizzato da qualche altro?
Un’altra motivazione che è emersa riguarda gli impianti informatici del polo tecnico che sono lenti e per questo la Ops avrebbe consigliato di effettuare potenziamenti definiti molto onerosi che costringerebbero quindi a rimediare sulla sede centrale dove non ci sarebbero problemi.
Qui sopravviene un’altra proposta: svuotare l’edificio polo tecnico e farlo diventare l’archivio della Provincia di Chieti affidando all’Ops, con un mega appalto, il servizio di digitalizzazione dell’archivio per il trasferimento informatico dei dati. Anche in questo caso sono evidenti altri interessi”.