CHIETI – Ad una settimana dal ritrovamento della tela capovolta raffigurante i due noti putti del Raffaello con delle strisce rosse che partivano dagli occhi a simboleggiare lacrime di sangue, rinvenuta appesa alla balconata della scalinata della Chiesa di San Francesco al Corso in Chieti il 5 luglio scorso, la Squadra Mobile ha individuato i due autori protagonisti della vicenda.
Dopo aver visionato le immagini delle telecamere presenti in zona sono stati identificati due ventenni teatini in procinto di iscriversi all’Università, i quali hanno raccontato agli investigatori che l’azione posta in essere non aveva alcun significato esoterico né tantomeno di minaccia verso chicchessia, volendo, al contrario, rappresentare simbolicamente con quelle “lacrime di sangue”, la sofferenza “degli angeli” nel vedere la società odierna intrisa di sentimenti di odio, violenza, pregiudizio e indifferenza.
I due ragazzi, dopo essere stati ascoltati, hanno fatto ammenda del loro gesto non pensando che avrebbe potuto suscitare delle interpretazioni diverse dal messaggio che gli stessi volevano trasmettere arrivando addirittura a provocare un simile allarme sociale nella comunità teatina.