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Chieti, la Giunta applica i tagli volontari dell’indennità di funzione

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“Siamo persone per bene, in questi mesi abbiamo sostenuto la città con oltre 6.300 euro di versamenti personali”

CHIETI – È stata approvata nei giorni scorsi la delibera che dispone il taglio volontario delle indennità di funzione di sindaco e assessori.

Abbiamo scelto di applicare tagli volontari alle nostre indennità, mettendo le somme a disposizione dell’Ente per fronteggiare l’enorme buco che chi governava prima di noi ci ha lasciato – così il sindaco Diego Ferrara e la GiuntaSiamo persone per bene, che fanno seguire i fatti alle parole date. Non tolleriamo più il fango che l’opposizione ci ha riservato in questi mesi, né che si metta in dubbio con illazioni che ci offendono e su cui ci riserveremo di agire, il fatto che fino ad oggi abbiamo sostenuto la città con le donazioni come ci eravamo impegnati a fare.

Ogni mese ognuno di noi ha fatto versamenti volontari sul conto corrente bancario “Chieti sostiene” per aiutare cittadini in difficoltà a causa della pandemia e abbiamo aggiunto contributi anche per altre iniziative fino a un ammontare complessivo pari a 6.300 euro. Da ottobre a oggi il conto corrente di “Chieti Sostiene”, dove ci sono donazioni pari a circa 5.000 euro, è stato alimentato da ognuno di noi con versamenti che ammontano a 4.500 euro. Come maggioranza abbiamo anche istituito un fondo comune in cui sia l’esecutivo, sia i consiglieri della coalizione hanno versato quote extra per affrontare spese che non pesano sui bilanci dell’Ente, già provati da anni e anni di cattiva amministrazione. Attraverso questo canale abbiamo raccolto altri 1.800 euro che abbiamo destinato alle spese accessorie delle campagne di screening, utilizzati per l’acquisto di Dpi, alcol, vitto per i volontari. Ogni volta che servirà, la cassa comune resterà ad alimentare iniziative e progetti per la città, anche a prescindere dai tagli che abbiamo deciso di applicarci come atto dovuto verso un Ente che ha i conti ridotti nello stato in cui li abbiamo trovati.

Da oggi le nostre indennità saranno infatti tagliate alla fonte per nostra scelta, le somme verranno trattenute nel bilancio del Comune che li userà come misura di contenimento della spesa ai fini del Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale a cui stiamo lavorando, ma chi ci ha preceduto e ci accusa, non dice che i tagli ha dovuto farli per forza quando anche Chieti ha dovuto applicare il DL n. 78 del 2010 che imponeva indennità contingentate per tre anni e poi gli orientamenti della Corte dei conti hanno suggerito i passati amministratori, in ragione dei debiti accumulati e del mancato rispetto del patto di stabilità, a confermare la riduzione prevista dalla legge. Cosa diversa è, invece, scegliere di versare somme anche maggiori, come abbiamo fatto noi in questi mesi, per destinarle a cose concrete e subito efficaci.

Possiamo accettare tutto quello che rientra in una anche accesa dialettica politica, ma il fango e le bugie no, grazie. A Chieti in questi anni chi ha governato ha fatto mancare molto: gli adempimenti verso i suoi bracci operativi; l’adeguamento richiesto dalla legge dal punto di vista della digitalizzazione e smaterializzazione che avrebbe consentito di dare servizi sia basici ,sia moderni alla cittadinanza; un monitoraggio costante sulle opere pubbliche che sono state lasciate a languire facendo crescere i costi, tanto che un ex assessore oggi impegna le risorse della comunità rendendoci destinatari di interrogazioni su atti che avrebbe dovuto persino portare a termine perché ne era responsabile; è mancata la capacità di programmare il suo futuro attraverso la ricerca di risorse europee; nonché quella di far contare di più la sua importante storia e il suo inestimabile patrimonio artistico e culturale sia all’interno della nostra regione che a livello nazionale. Tutto questo è ciò che ci impegna dal 7 ottobre 2020. Certo, non si può recuperare tutto questo in soli 5 mesi di governo, ma di certo da quando ci siamo insediati non è mancato il nostro lavoro per rimettere in carreggiata la città e restituirle qualcosa che le è stato tolto, il respiro”.

Pubblicato da
Marina Denegri

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