CHIETI – Il Vice Sindaco, Bruno Di Paolo, ha emesso la seguente nota :
«Se Teateservizi deve continuare ad essere un’azienda pubblica a servizio del Comune di Chieti deve dimostrarsi efficiente e non chiudersi a riccio appellandosi ad inutili cavilli quando si tratta di erogare servizi.In caso contrario è meglio chiuderla riportando i servizi all’interno dell’Ente o rivolgendosi a privati che forse offriranno maggiore professionalità, salvaguardando ovviamente i lavoratori.Allo stesso tempo i Dirigenti dell’Amministrazione Comunale e qualunque altro funzionario preposto a firmare atti importanti di pubblica utilità, devono capire che il loro ruolo è di primaria importanza per il funzionamento dell’Ente ed è per questo che è necessario abbinare alla dovuta necessaria professionalità anche una maggiore disponibilità nei confronti delle esigenze quotidiane della cittadinanza.
Chi non lo capisce evidentemente è abituato a vivere di privilegi che in questo momento non sono più ammissibili. Dopo quello che è successo ieri mattina al Cimitero Comunale, e non è la prima volta, dove, per banali atti burocratici, ci sono state difficoltà ad effettuare le tumulazioni non intendo più sopportare inefficienze, inadempienze e, soprattutto, atteggiamenti da scarica barile.Qualcuno dimentica che operare bene nel pubblico servizio non è un atto di volontariato ma un lavoro per il quale si viene lautamente stipendiati ed il fatto di avere il posto fisso non significa solo godere di un privilegio ma anche doversi rendere disponibili verso il pubblico che richiede, giustamente, la massima attenzione su problematiche sociali e di vivibilità quotidiana. Con il Sindaco Di Primio abbiamo più volte ribadito, trovandoci in piena sintonia, la necessità di avere un apparato comunale efficiente e produttivo. Per quanto attiene il Cimitero Comunale ricordo agli interessati che sono pronto a denunciare non solo tutti gli atti di negligenza amministrativa ma anche al ricorso alla segnalazione alle Autorità competenti per eventuali gravi disfunzioni che portino all’interruzione di pubblico servizio.»
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