I sette promettevano posti di lavoro presso l’Università d’Annunzio
CHIETI – Nell’ambito della operazione “Ghost Work”,condotta dai Carabinieri di Chieti, sono stati emessi provvedimenti restrittivi dal GIP di Chieti, Paolo Di Geronimo, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Chieti, Dott. Giuseppe Falasca, che ha coordinato le indagini degli uomini dell’Arma.5 arresti e 2 denunce hanno riguardato persone che promettevano posti di lavoro “fantasma” presso l’Università d’Annunzio vantando conoscenze con note personalità del settore e falsificando i relativi documenti necessari per far credere alle vittime di aver avviato le procedure. Con le accuse di millantato credito, sostituzione di persona, falso in scrittura privata e truffa sono finiti ai domiciliari P. M., 55 anni, impiegata della ASL di Ortona che aveva il compito di procacciare le persone da raggirare; P. M., 32enne disoccupata di Ortona, ideatrice delle attività illecite. Assegnava compiti e ruoli agli altri complici, redigeva di proprio pugno false scritture private, si sostituiva a persone realmente esistenti o immaginarie, millantando anche conoscenze influenti all’interno dell’ateneo; M. M., 54enne disoccupato di Ortona; L. D. O., 69enne di Ortona, dirigente dell’ARTA Pescara, che sfruttava la propria autorevolezza per ingannare i malcapitati e dare spessore alle promesse; M.C.V., 55enne disoccupata di Ortona, si sostituiva telefonicamente a persone reali o immaginarie, millantando influenti conoscenze all’interno dell’Università e recitando, di volta in volta, le parti che le venivano assegnate principalmente dalla figlia dell’impiegata della ASL.
Denunciati in stato di libertà anche L. C.D’A., 64enne dipendente della ASL, responsabile della mensa dell’Ospedale “SS. Annunziata” di Chieti che partecipava all’opera di convincimento delle vittime, garantendo il buon fine delle trattative, e C. C.D. R., 35enne disoccupato che si sostituiva telefonicamente a persone reali o immaginarie.
Le indagini erano iniziate dopo la denuncia presentata, presso la Stazione Carabinieri di Chieti Scalo, da una coppia di genitori che, in 2 anni, aveva consegnato alla Marino, in più soluzioni, una cifra complessiva di circa 25mila euro necessaria, a detta della donna e dei suoi complici, per remunerare personaggi di spicco dell’Ateneo che avrebbero dovuto seguire le pratiche di assunzione delle loro figlie. Le indagini dei militari dell’Arma hanno però permesso di individuare altre 15 vittime del raggiro che, secondo quanto emerso, avrebbe fruttato ai malviventi un guadagno superiore agli 80 mila euro.Nel corso delle indagini sono stati rinvenuti e sequestrati falsi contratti di lavoro, tesserini contraffatti dell’università, falsi assegni di conto corrente riportanti l’intestazione dell’Ente, presumibilmente necessari a creare nelle vittime il convincimento di essere in relazione con soggetti realmente inseriti nell’ambito dirigenziale dell’Università D’Annunzio, luogo fisico dove sono avvenute persino delle cessioni di denaro, percepite dalla M. P. che si presentava come dipendente dell’Università con funzioni tali da poter influire sulla dirigenza stessa.