Il“Comitato cittadino per la salvaguardia e il rilancio di Chieti” sostiene:”La cultura è l’arma vincente ma serve un progetto coerente e omogeneo.Basta col vorace consumo del suolo; si valorizzi appieno il patrimonio esistente”
CHIETI – Alla vigilia di una nuova riunione in Prefettura sul riutilizzo delle caserme cittadine dismesse, il Comitato cittadino per la salvaguardia e il rilancio di Chieti torna a proporre il tema del trasferimento della Biblioteca provinciale “A. C. De Meis” nell’ex Ospedale militare e lo fa con un articolato documento (in allegato) inviato nei giorni scorsi ai politici e agli amministratori a vario titolo coinvolti.
Nel testo ci si richiama a due recenti novità: il convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Chieti su un modello diverso di città che privilegi il recupero delle strutture esistenti rispetto a una continua, “vorace” espansione edilizia; la disponibilità dell’Università “G. D’Annunzio” a intervenire a proprie spese, in plessi dell’ex Ospedale militare, per realizzare un Museo della Scienza e della Tecnica, trasferirvi l’Archivio storico dell’Ateneo e, forse, avviare una pur parziale attività didattica. Entrambi i fatti corroborano l’azione del Comitato, sostenuta dalla cittadinanza con un consenso (8.050 firme) che ha superato ogni più ottimistica aspettativa.
Il recupero della dismessa Caserma Bucciante quale auspicata sede della Biblioteca Provinciale si pone, infatti, nel solco degli indirizzi emersi dal convegno dell’Ordine teatino degli Architetti. E se tecnici e opinione pubblica avvertono la medesima esigenza vuol dire che i tempi sono maturi perché si cominci a guardare con occhio diverso al modello per il domani della nostra città.
Inoltre. Perché il Comitato si batte per il rilancio della Biblioteca? Perché siamo a un bivio che impone di ripensare il futuro della città partendo da quanto le resta e valorizzando al massimo il suo ruolo nella cultura, riservando particolare attenzione al patrimonio storico-artistico, con specifico riguardo a un’offerta di fruizione razionale e coordinata del sistema archeologico. E tutto ciò si può fare solo nel quadro di un progetto che preveda il coinvolgimento e l’azione sinergica dei vari “attori” cui fanno capo le diverse istituzioni culturali o comunque operanti nel campo del sapere.
Proprio per questo va valutata positivamente, e con la dovuta considerazione che purtroppo non sempre nel passato c’è stata, la preannunciata disponibilità della “D’Annunzio” a “investire” nuovamente sul centro storico di Chieti dove già opera con il Museo delle Scienze Biomediche, che potrebbe anche allargarsi, con spese a carico dell’Università, in immobili comunali ubicati nelle immediate vicinanze sino a oggi non resi disponibili. Una disponibilità che si sposa perfettamente con la volontà del Comitato cittadino di trasformare l’ex ospedale militare in un Polo di Attrazione Culturale, trasferendovi, prima di tutto, la storica biblioteca “De Meis” che deve diventare un luogo di aggregazione oltre che di studio e di consultazione.
Il polo che cosi sorgerebbe, interamente ed esclusivamente dedicato al sapere, potrebbe costituire la “costola” iniziale di quella “dorsale della cultura” che dovrebbe rivitalizzare il centro storico e di cui da tanto si parla ma che da altrettanto tempo attende un progetto che, rifuggendo da improvvisazioni, disorganicità e frammentarietà, faccia della coerenza e della omogeneità delle scelte il proprio marchio di fabbrica. Questo sempre che all’antica Teate noi tutti si voglia dare un futuro di città nel senso pieno del termine e non solo di semplice luogo abitato.