CHIETI – Non è stato il solito seminario. Pedante, freddo, costruito con parole che restano effimere nell’aria e si dissolvono.
L’incontro formativo “I sentieri i linguaggi le voci dell’inclusione”, patrocinato dall’USR Abruzzo, ha rivoluzionato il format dei corsi di aggiornamento. Ha fatto vibrare le corde del cuore dei partecipanti, ingurgitando le quattro ore in un battito di ciglia e raccontando una scuola che deve cambiare rotta. Ha fatto meravigliare, commuovere, riflettere parlando di inclusione con il codice della poesia, della musica, dell’arte e anche della satira.
E il pubblico di d
Alle ore 15 il taglio del nastro è stato affidato ai saluti del professore Ettore D’Orazio e del professor Carlo Cappello. E poi subito nel vivo: la diretta telefonica con il professore Andrea Canevaro, il padre della pedagogia speciale in Italia, ha rotto il ghiaccio. Travolgente, critica ma anche estremamente convincente l’idea di un nuovo umanesimo diffusa dall’energica Giovanna Cipollari, fautrice di un curriculum che si declini con i valori del cosmopolitismo. L’attenzione poi è scivolata sui versi di poeti che hanno raccontato la diversità e sulle immagini plasmate nella sabbia dalle mani dell’artista Nadia Ischia. Toccante, commovente e a tratti lancinanti il racconto di un padre che a un anno dalla gioia più grande della sua vita si è sentito dire che sua figlia sarebbe stata diversa dagli altri; la cui testimonianza ha sbrigliato i nodi de “La rete dell’integrazione”. Parole, drammaturgia e interpretazione hanno dato voce alla storia di Marco, un ragazzo difficile che trova il suo spazio tra le pareti bianche di una stanza dell’Istituto al motto di “La scuola si fa da me”. Una piccola interpretazione affidata a Silvia Palma e Michelangelo Di Cristofaro su un testo scritto dal docente Carlo Scataglini, protagonista anche della relazione “Inclusione S.E.& O.” Un cortometraggio,a cura di Manuela Di Venanzio e Antonio Giovanni Greco,prepara il campo al carismatico e a tratti rivoluzionario intervento del professore Raffaele Iosa. La chiusura del sipario invece è affidata a degli sketch sulla figura del docente di sostegno.
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