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Chieti, chi deve pensare a bonificare questo terreno?

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CHIETI – Il sig. Luciano Pellegrini, attento osservatore di ciò che accade nella città di Chieti, denuncia in un comunicato corredato da eloquenti immagini  lo stato di degrado in cui versa l’interno dell’ex Convento di Santa Maria in San Pietro ed ex Caserma “Adelchi Pierantoni”, già Distretto Militare,dove si è sviluppata una pseudo boscaglia. Recita la nota di Pellegrini:

Questo edificio è stato ceduto al comune, da parte del demanio militare da tantissimi anni.L’edificio si trova nello storico quartiere trivigliano a Santa Maria ed ospita decine di associazioni. Le associazioni con i soldi propri hanno manutentato i locali che loro occupano, l’amministrazione ha un ritorno economico, l’affitto. All’interno di questo edificio esiste un terreno che potrebbe essere utilizzato, ma per il pericolo di crollo di alcuni locali ormai senza tetto, meglio non addentrarsi.

Questo terreno è diventato una boscaglia non accessibile, per un degrado ambientale e gravita su dei condomini. Le persone che si affacciano vedono questo stato di abbandono pericoloso per l’igiene, focolaio di insetti, topi, certamente qualche serpe, speriamo non pericoloso. I gatti che avevano scelto questo posto come loro residenza, lo hanno abbandonato, perché anche per loro c’è la difficoltà a muoversi.Con difficoltà, districandomi fra ortiche, arbusti, avvallamento del terreno, rifiuti, con molta attenzione, sono riuscito a scattare alcune foto… Ci sono anche due bei esemplari di ippocastano che avrebbero bisogno di una potatura, guai abbatterli.

Gli anni volano, ma niente è cambiato anzi peggiora mensilmente.

Un COMUNICATO STAMPA del 24 settembre 2008 ha relazionato su una riunione con gli Assessori Walter De Cesare e Mirta Sciocchetti ed i rappresentanti del FAI e dell’Archeoclub, Marco Pretaroli e Gregorio Di Luzio, dove si decise di non cambiare la destinazione d’uso dell’unico polmone verde del quartiere, perché si voleva estendere il parcheggio sulla superficie che lo copre. L‘idea era quella di realizzare un giardino pensile pubblico attrezzato per il ripristino dell’area verde abbattuta, dove esisteva un orto con diverse specie di alberi, per la costruzione del parcheggio auto di 250 posti.

Il progettista del parcheggio aveva previsto una scalinata che avrebbe dovuto fare arrivare i cittadini a questo giardino, partendo dal parcheggio. Purtroppo non ha pensato che anche i disabili hanno lo stesso diritto, quindi ci deve essere anche un ascensore, ma non c’è. La scalinata termina in un casotto che si affaccia su questa superficie. Ora la porta è aperta…, sono entrato, ma il fetore e la sporcizia mi hanno fatto rinunciare a perlustrare.

Chi deve pensare a bonificare questo terreno? Certamente no i cittadini che pagano le tasse, ora molto lievitate. L’amministrazione comunale risponde con, il solito “piagnisteo” che… non ci sono soldi, eppure basterebbe far lavorare i dipendenti del comune che hanno mezzi, sono preparati, non affogano di lavoro. I dirigenti lo devono programmare il lavoro, perché è nella loro mansione. Quindi non esistono scusanti, non bisogna più “asciugarsi gli occhi” per il troppo pianto!Devo arrendermi? Sono dieci anni che cerco di sensibilizzare le varie amministrazioni che si sono avvicendate a governare la città, con segnalazioni anche all’ufficio di igiene che dopo sopralluogo ha invitato loro ad intervenire per bonificare il terreno, ma senza successo, (Prot. N. 1625 del 25 maggio 2004 – Prot.1534 del 22 maggio 2006).

Qualcuno mi ha suggerito questa soluzione. Però voglio ancora provare a far ragionare gli amministratori compressi dalla burocrazia! Vediamo…

Luciano Pellegrini

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