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Chieti, Di Paolo interviene su stato di crisi della Val Pescara

da Redazione

CHIETI –  Il Vice Sindaco, Bruno Di Paolo, in seguito alla notizia dell’approvazione della delibera per il riconoscimento dello stato di crisi della Val Pescara da parte della Giunta regionale, ha espresso la sua soddisfazione per la notizia  che rappresenta un fatto decisamente positivo per la Città di Chieti  ed il suo territorio ma, soprattutto, per le tante aziende e siti industriali, oggi per lo più dimessi, ubicati in quella che un tempo era conosciuta come la Valle della rinascita.

Recita così la nota di Di Paolo:

l’atto deliberativo compiuto dall’esecutivo regionale testimonia come l’Area della Val Pescara sia considerata strategica per la ripresa economica dell’intera Regione e consentirà di avviare politiche di sviluppo comuni, varare strategie per rafforzare le azioni presenti e riattivare processi di insediamento e reindustrializzazione ponendo la stessa Val Pescara nelle condizioni di sviluppo ideali.Il riconoscimento dello stato di crisi per la Val Pescara dimostra, altresì, che il momento di crisi che investe l’intera Regione va affrontato senza quei campanilismi che per troppo tempo hanno afflitto la politica.

I cinquanta milioni di euro messi a disposizione dal Governo centrale per la bonifica e la reindustrializzazione dell’area sono il giusto viatico, specie in questo momento così difficile per la nostra comunità, schiacciata da una crisi senza precedenti, con numerose aziende che rischiano di chiudere ma, soprattutto, con centinaia di lavoratori in cassa integrazione e molti altri che temono di perdere nei prossimi mesi la loro occupazione.Un forte segnale, quello inviato dalla Giunta Chiodi, che dimostra come la Regione stia facendosi realmente carico delle difficoltà economiche che il nostro territorio sta attraversando e sia seriamente impegnata per intercettare risorse pubbliche indispensabili per il rilancio della nostra area industriale.Ritengo, infine, che su argomenti di interesse generale non possono e non devono esserci contrapposizioni ma solo l’interesse dell’intera comunità.

 

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