La proiezione Sabato 11 Maggio presso la sala teatro della casa circondariale di Chieti; seguirà un dibattito con la popolazione detenuta
CHIETI – Sabato 11 maggio 2013 ,alle ore 10.30 presso la Sala Teatro della Casa Circondariale Madonna del Freddo di Chieti ci sarà l’anteprima in Abruzzo del Film Documentario “Levarsi la cispa dagli occhi” di Carlo Concina e Cristina Maurelli, girato nel carcere di Milano-Opera. Gli operatori della Casa di Reclusione di Milano Opera interverranno, insieme alle autorità locali e del provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria durante la mattinata, nel carcere Madonna del Freddo di Chieti, per riflettere con i detenuti e con le persone presenti, sul senso della lettura e della scrittura come mezzo per salvare se stessi e iniziare a ricomporre il patto di cittadinanza sociale rotto con la commissione del reato. Nel pomeriggio gli operatori, si sposteranno all’Aquila per la presentazione del libro “Leggere, finestra aperta” . La relazione tra il progetto lombardo, la Casa Circondariale di Chieti e la realtà sociale aquilana, rappresenta la volontà di creare un ponte dentro-fuori e di abbattere i muri che rinchiudono, per realizzare piano stabili di sviluppo personale e sociale.
Breve Sinossi del Film-Docu.
Muri, sbarre, chiavi. Il carcere è un posto di frontiera. Ma lettura e scrittura possono aiutare a ritrovare un senso, a dare valore a giorni sempre uguali.Le poesie dei detenuti, i loro scritti, le loro pagine preferite ci accompagnano in un viaggio all’interno del carcere alla ricerca del significato della parola Libertà.Il film è girato nel carcere di massima sicurezza di Milano-Opera ed è proprio in questo spazio di confine che la nostra umanità ha una seconda chance: quella di ritrovare nel linguaggio poetico e letterario, un punto di incontro e di riscatto, una nuova alfabetizzazione emotiva che prova a ricollocare se stessi dentro un diverso destino.
Gli autori dicono:
Si parla molto di detenzione, in termini di sovraffollamento e mancanza di diritti. Non si parla mai di come anche in restrizione le persone abbiano necessità e urgenza di coltivare la propria mente e la propria anima, di esprimere la propria unicità poetica di esseri umani, di raccogliere i frammenti della propria vita, dopo quel terremoto che è stato il reato e la reclusione.
É davvero possibile girare pagina, dopo eventi che ci hanno duramente segnato?Al di là degli errori del passato e della propria storia personale, questi uomini, ci restituiscono un messaggio che riguarda tutti noi: una ricerca del senso della vita e della propria identità.
Commenti sul documentario (riportati da Barbara Rossi, referente del Progetto Leggere Libera-mente, all’origine del lavoro del documentario):
Il direttore di Milano-opera: “Questo documentario è il miglior libro sul carcere che io abbia mai sfogliato. Non contiene lamento, nè recriminazione, come spesso capita di sentire sul carcere. É invece l’esempio di come si può usare il tempo in modo costruttivo”.
Emanuela Saita, Università Cattolica: “È stata un’emozione grande assistere all’evento e credo che qualunque parola risulterebbe banale perché messa a fianco di altre molto molto profonde. Così come riduttivo sarebbe qualunque giudizio sullo straordinario lavoro”.
Una produzione Eidonfilm realizzata con il contributo di Cisproject – Leggere Libera-Mente.