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Chieti,Giorno della Memoria:” Basta ricordare?”

da Redazione

CHIETI – L’Arcigay Chieti “Sylvia Rivera” si unisce alle celebrazioni in occasione della giornata della Memoria del 27 gennaio.
Come noto in Italia la Giornata della Memoria è stata istituita dai due articoli della legge 211 del 20 luglio 2000 “Istituzione del “Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”, che recitano:
“La repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwits, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”
“In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.”
Ebbene a nostro avviso nella legge c’è un errore, o almeno una “dimenticanza”. Tra quelle migliaia e migliaia di deportati c’erano anche disabili, rom, Testimoni di Geova, omosessuali… ?Purtroppo veramente in pochi citano queste altre categorie quando si parla di deportazioni, campi di sterminio ecc… per questo si parla di “stermini dimenticati”
Pochi si ricordano che soltanto dopo un mese dall’ascesa di Hitler al potere egli proibì tutti i periodici della comunità omosessuale e dichiarò fuorilegge tutte le organizzazioni omosessuali.? Nel 1935 (un anno prima della promulgazione delle leggi discriminatorie contro gli ebrei) il governo varò leggi punitive nei confronti degli omosessuali.
Tra il 1933 ed il 1945 furono processate circa 60.000 persone per la violazione di detta legge, e di questi 10.000 vennero internati nei campi di concentramento e gli altri condannati a pene detentive.? Le porte dei campi di concentramento si aprirono per gli omosessuali nel 1933 con i primi internamenti a Fuhlsbuttel.? In un primo momento gli internati per omosessualità erano costretti ad indossare un bracciale giallo; successivamente venne adottato il triangolo rosa cucito all’altezza del petto. ?Anche loro furono sottoposti a vari crudeli ed inutili “esperimenti medici”. ?Gli omosessuali morti nei campi di concentramento tra il 1933 e il 1945 furono circa 7.000, molti dei quali a causa del maggiore tasso di suicidi riscontrato rispetto agli altri deportati. ?C’è chi porta il numero degli omosessuali morti fino a 600.000 a causa del diverso conteggio delle persone esclusivamente omosessuali o anche appartenenti ad altri gruppi sterminati dai nazisti (ebrei, rom, dissidenti politici). Inoltre spesso i documenti relativi alle cause di internamento non vennero compilati, oppure scomparvero dopo la guerra. In fine anche il silenzio decennale di migliaia di uomini e donne imprigionati, torturati e uccisi per il loro modo di amare “diverso” contribuì a non avere dati certi sull’omocausto. Considerati “colpevoli” anche da chi aveva liberato i campi di sterminio, molti continuarono a scontare in carcere le pene inflitte dal regime nazista, così, nel timore di ulteriori persecuzioni, per la vergogna imposta da secoli di repressione, chi visse in prima persona questa barbarie si chiuse nel silenzio per decenni.
Il nostro compito come singoli cittadini non è solo quello di ricordare. Troppo facile. E’ invece, principalmente, quello di batterci perché tutto ciò resti solo un ricordo…
Purtroppo però al vecchio ricordo delle persecuzioni nazifasciste si aggiungono sempre più nuovi ricordi, nuove realtà neanche troppo distanti da quel passato che dovremmo ricordare per far in modo che non si ripeta. La situazione mondiale nei confronti dell’omosessualità non è delle più confortanti. Il sito ilga.org riporta delle mappe che indicano i vari tipi di persecuzione nei confronti degli omosessuali in vigore nelle rispettive nazioni. Ebbene la mappa mondiale che ne risulta è davvero spaventosa: sono tanti, troppi i paesi dove essere omosessuale comporta nel migliore dei casi l’arresto; ma in tanti casi sono previste pene fino alla tortura e alla condanna a morte.
Proprio in questi giorni, in vista dell’apertura dei Giochi Olimpici di Sochi, vogliamo ricordare come la comunità omosessuale sia perseguitata in Russia non solo dal governo, ma anche da gruppi politici e religiosi di quella nazione.
L’Arcigay Chieti “Sylvia Rivera” si unisce al ricordo delle vittime delle persecuzioni del passato, e intende porre l’attenzione sulla situazione attuale, che alla luce di quanto accaduto 70/80 anni fa, purtroppo in certi casi non sembra affatto cambiata.
Nel giorno del ricordo, più che ricordare è importante riflettere.

 

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