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L’AQUILA – Nel corso della conferenza stampa che si è svolta ieri mattina il Presidente della Regione Gianni Chiodi ha tracciato il bilancio di un anno di governo. Queste le sue dichiarazioni:
La situazione economica che il nuovo Governo regionale si è trovato ad affrontare, esattamente un anno fa, era di profonda crisi, particolarmente evidente dalla prima metà del 2009 e aggravata dall’impatto distruttivo del terremoto che ha colpito il Capoluogo e i comuni circostanti. L’Abruzzo vive la fase più difficile della sua storia.Abbiamo avviato una nuova stagione politica fortemente propositiva partendo però da cinque fattori negativi e precisamente: la più grave crisi economica a partire dal 1929; le finanze regionali allo stremo per il più grave indebitamento nella storia della Regione; il sistema sanitario regionale che ha dovuto, primo in Italia, subire l’onta del commissariamento; il sopraggiungere del dramma economico e sociale conseguente alla distruzione del sisma del 6 aprile 2009; l’autorevolezza della classe dirigente politica messa in discussione per ciò che era avvenuto nel recente passato.
Dico questo non per accampare scuse o qualsivoglia giustificazione. Nonostante un quadro generale poco confortante, infatti, abbiamo saputo amministrare con successo raggiungendo risultati davvero soddisfacenti attuando una rigorosa politica di contenimento delle spese regionali assicurando la coesione sociale. Una politica che già in questo primo anno di attività ha dispiegato effetti concreti e riscontrabili: nel 2009, il debito totale della Regione Abruzzo, dopo un lungo periodo di crescita costante, è tornato a livelli inferiori a quelli del 2006, cioè a circa 3,5 miliardi.La componente del debito ascrivibile ai debiti del Sistema sanitario regionale si è ridotta di circa 196 milioni, tornando anch’essa a livelli inferiori a quelli del 2006. L’opera di razionalizzazione attuata nel servizio sanitario regionale vuol dire risparmi dolorosi ma necessari e corretti, scelte difficili e molto spesso impopolari ma l’azione di risanamento e riqualificazione proseguirà, senza aumentare le tasse e senza gravare sui cittadini che hanno un diritto legittimo all’assistenza.Il costo del debito regionale l’anno prossimo registrerà una riduzione complessiva del 16% rispetto al 2008. Il disavanzo di amministrazione, di circa 280 milioni, ha assunto un’inversione di tendenza, ed è tornato a livelli inferiori a quelli del 2005. Sapevamo fin dall’inizio quali erano le sfide che ci attendevano, a cominciare da quella finanziaria. Era fondamentale, però, che la nuova classe dirigente, riconquistasse la fiducia degli abruzzesi e restituisse dignità all’impegno politico. La nostra “squadra” ha dimostrato di essere dotata di grande capacità di innovazione e, al tempo stesso, di essere in grado di pilotare i processi difficili che stiamo affrontando, giorno dopo giorno, nella nostra Regione.Vorrei sottolineare l’alto grado di partecipazione e di confronto registrato con la società abruzzese che ha accompagnato il nostro lavoro in questo anno. Un aspetto centrale è stato il rapporto ininterrotto tra la Giunta e gli amministratori delle comunità locali. Grazie a questi contatti e all’ascolto continuo delle necessità del territorio è stato perfezionato un sistema proiettato verso un’unica direzione: ripresa economica e sviluppo produttivo della regione nella sua globalità.Molti abruzzesi sono preoccupati per la stabilità del proprio posto di lavoro e tanti lottano per arrivare a fine mese. E’ più che legittima, quindi, la richiesta alle istituzioni politiche, in particolare al governo regionale, di stare dalla loro parte, di essere ascoltati e aiutati. Un anno fa abbiamo cominciato a lavorare ad una nuova esperienza di governo consapevoli del fatto che sta a tutti noi costruirla definendo in modo trasparente, un programma chiaro e all’altezza della sfida molto ardua che abbiamo di fronte. Il quadro non è roseo: un basso grado di competitività, carenza di infrastrutture per lo sviluppo e squilibri socio-economici interni alla nostra Regione, la frammentazione e il risultato di una cattiva gestione della regione attuato nel tempo dalla classe politica nonché un debito regionale, che ha generato un divario fiscale nei confronti delle altre regioni italiane e un grosso deficit politico-istituzionale. L’Abruzzo, però, ha le risorse culturali, politiche ed economiche per vincere la sfida.La crisi abruzzese, come sappiamo, trova la sua origine in diversi fattori che caratterizzano la struttura economica e politico-istituzionale della nostra regione. L’azione del governo regionale sin dall’inizio ha dovuto affrontare le componenti strutturali della crisi e prestare particolare attenzione alle aree più in difficoltà, sull’area della piccola impresa e dei distretti produttivi e sul cratere del sisma. Per tracciare un bilancio più dettagliato di quanto abbiamo fatto in questi dodici mesi cito l’approvazione del Piano Casa, la riforma della formazione professionale, le iniziative a favore del lavoro, della ricerca e dell’innovazione e del sostegno al reddito, il blocco degli insediamenti petroliferi, la gestione trasparente ed efficace dei fondi Por-Fesr 2007-2013 per 380 milioni di euro e dei FAS per 840 milioni di euro, il Piano Energetico, il commissariamento di 22 enti strumentali e delle Asl in vista del loro successivo accorpamento, i primi significativi tagli delle poltrone, degli sprechi e dei costi della politica.Lo strumento sul quale stiamo puntando sono le notevoli risorse finanziarie in conto capitale destinate agli investimenti delle quali disponiamo per il ciclo di programmazione 2007-2013, predisposte e calibrate in questo anno di lavoro, e rimodulate anche per tener conto della necessità di ricostruzione dopo il terremoto del 6 aprile: – le risorse del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), pari a circa 330 milioni , di cui circa 135 destinati a ricerca, sviluppo, innovazione e competitività (R&S), circa 35 all’ energia, circa 49 milioni alla Società dell’Informazione e circa 111 allo Sviluppo territoriale; – le risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS), che destina a R&S e innovazione circa 177 milioni ; – il Masterplan, che destina a R&S e innovazione circa 140 milioni, ad Azioni di sostegno al sistema economico circa 320 milioni, ad Azioni di sistema per innovazione e competitività circa 500 milioni. Abbiamo concepito il Master Plan per gli interventi diretti a favorire la ripresa produttiva della Regione Abruzzo come il volano per avviare una ripresa dell’intero sistema economico regionale, da un lato orientando lo sviluppo dei settori produttivi, delle competenze e delle produzioni territoriali dall’ altro, promuovendo e valorizzando le numerose eccellenze naturali e culturali dell’Abruzzo attraverso la loro connessione a dinamiche di sviluppo internazionali.Si tratta di risorse destinate a colmare il deficit competitivo regionale ed il dualismo territoriale che vanno ad integrarsi con la nostra strategia lungimirante per ridurre il deficit infrastrutturale, che utilizza tutti gli strumenti finanziari possibili: l’intesa istituzionale quadro siglata con il governo nazionale per 6 miliardi di euro destinati a potenziare le infrastrutture strategiche stradali, ferroviarie, idriche, portuali e aeroportuali.Passiamo ora alla gestione post-terremoto i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. In questi mesi all’Aquila siamo riusciti, in sinergia con il governo nazionale, ad assistere tutta la popolazione a far ripartire case, scuole e università in brevissimo tempo. Il merito di tutto questo sta anche nell’ottima sinergia delle forze che hanno operato sul territorio. La macchina della Protezione civile regionale ha funzionato perfettamente e abbiamo lavorato a fianco della Protezione civile nazionale con un impegno costante nel coordinamento degli enti locali e per far fronte alle esigenze della popolazione colpita. L’Aquila al centro dell’attenzione mondiale ha ospitato un evento unico, il G8, momento irripetibile destinato a segnare la storia della regione. Attraverso questa manifestazione abbiamo portato alla ribalta internazionale una città e un’intera regione oltre a tenere viva la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla tragedia del terremoto. Abbiamo lavorato tutti insieme per agevolare un percorso ancora lungo che richiede impegno, determinazione e coraggio. L’Aquila e i comuni del cratere sono stati trasformati in un cantiere aperto per dare casa e servizi alla popolazione. Abbiamo dato garanzie in ordine agli alloggi e ai servizi e fornito certezze significative alle esigenze degli studenti per un rapido ritorno alla normale attività universitaria necessaria, riteniamo, alla vera rinascita della città a livello economico e culturale.La scommessa è sostanzialmente vinta. Il 7 aprile nessuno avrebbe creduto in una ripresa dell’ateneo aquilano e invece oggi possiamo tracciare un bilancio più che positivo su quello che è stato il ruolo della Regione, garante di uno sforzo comune che le Istituzioni compiono in favore della comunità universitaria. Stiamo lavorando per ricostruire gli edifici persi in seguito all’evento sismico. Il Governo nazionale ci ha già messo a disposizione 40 milioni di euro per ricostruire le sedi danneggiate dell’Università dell’Aquila, grazie ai quali il Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche in collaborazione con l’Università dell’Aquila ha iniziato la fase progettuale. Inoltre, abbiamo messo in piedi una serie di azioni che daranno alla città dell’Aquila, una capacità ricettiva per residenzialità universitaria mai avuta prima. Abbiamo speso oltre 110 milioni di euro per le scuole, riuscendo a restituire la piena funzionalità del servizio nella maggior parte dei casi in tempo per l’inizio dell’anno scolastico consentendo una regolare ripresa dell’ attività didattica a 17mila studenti aquilani. Oltre 200 milioni di euro sono stati stanziati non solo per restituire all’Aquila e al suo circondario una viabilità adeguata anche in considerazione dei nuovi insediamenti abitativi, ma anche per dotare il territorio di una viabilità nuova ed efficiente che si aspettava da anni. Sul fronte degli edifici pubblici, il Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche è al lavoro per dare corpo al piano stralcio che prevede interventi per i primi 27 edifici pubblici. I lavori per un totale di circa 200 milioni di euro sono finanziati con fondi Cipe.Tra questi interventi segnalo i 30 milioni destinati alla Cittadella giudiziaria la cui realizzazione consentirà non solo la normale ripresa di funzioni giudiziarie, ma di acquisire una struttura al servizio della giustizia regionale funzionale e moderna. Il piano stralcio costituisce il primo intervento che stiamo realizzando attraverso l’utilizzazione dei 407 milioni di euro messi a disposizione dal cosiddetto “decreto Abruzzo”, che a loro volta costituiscono le prime risorse disponibili per affrontare l’enorme sforzo della ricostruzione degli edifici pubblici. Sono state previste risorse per oltre 170 milioni di euro per gestire la situazione di emergenza e di difficoltà causata dal sisma. Sono quelle che derivano dai fondi nazionali ed europei che necessitano di una programmazione e che non trovano definizione negli schemi del bilancio della Regione. Tali risorse sono aggiuntive rispetto a quelle stanziate dal governo nazionale previste dal Decreto Abruzzo. È in corso di ultimazione la progettazione per interventi di messa in sicurezza di importanti edifici scolastici fuori cratere, per uno stanziamento complessivo di oltre 30 milioni di euro, facenti parte degli oltre 127 milioni di euro dedicati alle scuole d’Abruzzo che potremo spendere da oggi ai prossimi anni.Il percorso che mi vedrà impegnato in prima linea in veste di Commissario delegato per la ricostruzione è ancora lungo. Trasparenza nella fase della ricostruzione, qualità e rapidità degli interventi: sono obiettivi importanti che potranno essere raggiunti solo lavorando in stretto raccordo con il ministero delle Infrastrutture e coinvolgendo gli enti locali interessati, a cominciare dal Comune di L’Aquila e dalla Provincia. A questo punto, dobbiamo essere persuasi del fatto che con il terremoto, una disgrazia può trasformarsi in opportunità, che la sismicità del suolo da punto di debolezza può divenire un punto di forza e creare nuove occasioni di crescita. Il sacrificio in termini di vite umane e di famiglie sconvolte, la grave compromissione del tessuto sociale e di quello economico devono servire ad indicarci in modo chiaro la via da seguire. Rispetteremo anche i tempi per il risanamento delle finanze regionali. Si tratta di compiere scelte spesso difficili e impopolari ma necessarie. Cambiare mentalità in primis. Non possiamo illuderci che tutto possa essere risanato nel corso di pochi mesi ma ce la faremo a dare un futuro migliore a questo nostro Abruzzo mentre L’Aquila, come tutte le città che hanno affrontato disastri naturali, sarà più forte, volerà più in alto e sarà ancor di più l’emblema della Regione. Il 2010 sarà l’anno della riforma sanitaria per l’Abruzzo. Io, in qualità di commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario avrò un compito difficile ma non impossibile. Il 2012, invece, sarà l’anno della ripresa economica. Solo allora potremo dire di avercela fatta: non sarà ancora una regione sana, ma quantomeno sarà governabile.