NOCCIANO (PE) – “Ci sono voluti 21 anni… ma finalmente potrà chiamarsi «vino biologico» quello ottenuto da uve da agricoltura biologica! Un modo per dare il giusto rilievo alla gestione del vigneto, che avviene in maniera ben diversa dall’agricoltura convenzionale”.
Ne dà notizia l’azienda agricola Chiusa Grande, da sempre sostenitrice dell’agricoltura biologica. Il regolamento comunitario di riferimento entrerà in vigore a breve (pubblicazione sulla Gazzetta Europea): ciò significa che i vini della vendemmia 2012 potranno utilizzare la dicitura «vino biologico» e relativo logo europeo, ma anche i vini delle annate precedenti, purché si possa dimostrare, come Chiusa Grande, il pieno rispetto del disciplinare. Si tratta di un traguardo importante che Chiusa Grande ha voluto festeggiare, in occasione di Cantine Aperte, accogliendo quasi duemila visitatori.
Durante i due giorni di manifestazione, il titolare Franco D’Eusanio e il suo staff hanno potuto divulgare e dimostrare i pregi del vino biologico agli attenti e numerosi ospiti. Come certificato nella nuova legislazione chi sceglie di produrre vini biologici rinuncia ad utilizzare decine di coadiuvanti spesso di sintesi chimica. Inoltre per quanto riguarda la percentuale di anidride solforosa, nel biologico essa molto inferiore rispetto ai vini convenzionali. Questo è il cuore del regolamento che consente la citazione in etichetta della dicitura «vino biologico». Chiusa Grande inoltre pone la massima attenzione nei confronti dei modelli produttivi tanto da essere una delle più certificate di Europa per Qualità (ISO 9001), Ambiente (ISO 14001) ed ora, fra le prime in Italia, in controllo del Carbon Footprint (ISO 14064) indice di massima attenzione alle emissioni di CO2.
«Si può essere competitivi sul mercato dedicandosi al settore Bio – afferma Franco D’Eusanio – a patto che si capisca che il biologico non è una moda, ma un vero e proprio stile di vita, una scelta totalizzante. Trovo davvero poco credibile l’approccio di chi produce contemporaneamente sia vini biologici che vini tradizionali». Chiusa Grande nasce come azienda agricola nel 1994 e operando esclusivamente nel biologico e oggi sviluppa 700mila bottiglie l’anno.
Prosegue D’Eusanio: «Agli esordi, per riuscire a vendere alcuni prodotti agroalimentari ero costretto a togliere l’etichetta ‘biologico’. Oggi la cultura dei consumatori è cresciuta, sono noti i vantaggi del Bio e i tempi sono maturi per divulgare i concetti di eco sostenibilità insiti nei nostri prodotti. Per anni il nostro settore è stato avversato da lobby che privilegiano i prodotti convenzionali e dai grandi produttori».
Il nuovo regolamento rappresenta un punto di partenza essenziale che darà modo al settore di crescere nella chiarezza.