PESCARA – “Cinque secoli di impronta italiana a Cuba” è il lavoro condotto da Felix Cooppinger Uribe, 40enne nato a La Habana, avvocato e operatore turistico-culturale, che ha raccolto in un volume dati e documenti sulla presenza e sull’influenza italiana nella storia dell’isola caraibica nell’arco di più di cinquecento anni.
Si tratta di una delle poche indagini, se non l’unica, che abbia sistemizzato e raccolto i contributi esistenti sulle relazioni culturali tra i due popoli, con riferimento all’architettura – intesa nelle sue versioni militare, religiosa, civile e domestica – all’arte in molte delle sue accezioni – musicale, teatrale e pittorica – senza tralasciare quello che è stato l’apporto industriale italiano, al di là dell’uso molto diffuso del tanto citato marmo di Carrara. Una parte speciale del libro è stata dedicata allo studio di diversi italiani che hanno partecipato o contribuito alla lotta per l’indipendenza del XIX secolo, e anche a coloro che hanno sostenuto la costituzione e la continuità del nuovo modello sociale nel XX e XXI secolo.
Nel testo si fa anche riferimento a quella che fu la famigerata, profusa e imponente attività dei personaggi della mafia italoamericana dagli anni Trenta fino al 1° gennaio 1959. Insomma uno spaccato molto significativo della storia dei due paesi, con l’analisi, tra gli altri argomenti, di una sorta di “viaggio parallelo” che ha abbracciato nello stesso periodo l’affermazione del fascismo in Italia e la dittatura militare a Cuba. L’interessante pubblicazione sarà presentata domani, giovedì 22 giugno 2023, dalle ore 18 presso la Sala consiliare del Comune.
Interverranno:
Il presidente del consiglio Comunale Marcello Antonelli
l’assessore alla Cultura Maria Rita Carota
l’autore del libro da Felix Cooppinger Uribe
il moderatore ed esperto di storia cubana Alessandro Feragalli.