Gli operai non riassorbiti erano in strada a manifestare e rivendicare ancora la lora esistenza e non potevo essere altrove se non con loro.
Dai rumors sembra difficile che la linea dell’organico possa riprendere mentre si è cautamente ottimisti per l’indifferenziato.
La situazione a detta delle stesso dirigente Franco Gerardini, presente al presidio degli operai, è critica.
Veleggia un deciso pessimismo sulla reale capacità di CIRSU di tornare ad operare ed ormai fra gli addetti ai lavori sembra inevitabile che il fallimento segni il passaggio di mano degli impianti a una ditta privata.
Pare che già le prime società, anche da fuori regione, si siano manifestate per una acquisizione.
Il Cirsu è un polo tecnologico con un potenziale, oggi lontanissimo, di circa 30.000 tonnellate di lavorazione. Un potenziale allettante per un privato che ha liquidità da investire in un sito strategico non solo per la provincia di Teramo ma per l’intera Regione.
Il CIRSU è stata una grande opportunità persa , nato sotto la speranza di dotare i comuni soci di un impianto pubblico efficiente in grado di riciclare e far fruttare i rifiuti con giovamento per l’ambiente e le tasche dei cittadini. Purtroppo una gestione dissennata ha creato il disastro che oggi viviamo. La speranza che il consorzio rimanga pubbligo e torni in piena efficienza garantendo la piena occupazione ed il reintegro degli operai lasciati fuori è purtroppo lontana. Concordo con le parole del Dirigente Gerardini pronunciate al raduno degli operai ai cancelli ovvero che bisogna puntare a salvare l’ambiente gestendo impianti e discarica senza perpetuare danni ecologici e tutelare le maestranze garantendo lavoro.
Gli eroi di questa giornata sono però loro, gli ex operai che ancora una volta, al freddo e sotto la pioggia rivendicavano il loro diritto al lavoro“.
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