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Da bomber ad allenatore del Città di Chieti: Fabiano Di Muzio parla del suo nuovo ruolo

da Piero Vittoria

“Lasciare il campo mi è costato tanto: mai dire mai, ma oggi prediligo il mio nuovo ruolo”

fabiano di muzioCHIETI – Quando si parla di bomber del calcio a 5 abruzzese non si può prescindere dal nome di Fabiano Di Muzio: un numero incredibile di reti segnate in carriera (692), ma da quest’anno per lui la scelta di fare a tempo pieno o quasi l’allenatore. Di Muzio infatti non ha saputo dire di no alla chiamata del Città di Chieti, dove fino allo scorso anno era in forza da giocatore e come allenatore della Under 19 nazionale: troppo forte il richiamo dei colori neroverdi per rifiutare. Ma a questo punto il Fabiano Di Muzio giocatore che puntava ai 700 gol avrà veramente appeso le scarpette al chiodo oppure ci ripenserà? Nessuno crede che questo per ora possa veramente succedere, visto il fatto che è ancora tesserato anche come giocatore, ma adesso in lui è ferma la volontà di dare maggiore spazio al ruolo di allenatore per mettere un po’ in secondo piano quello di giocatore … con un occhio però sempre attento a quel numero che non può non ronzare nella testa del bomber neroverde. Abbiamo parlato con lui proprio di questo su nuovo ruolo che poi così nuovo per lui non è in realtà ….

Un anno particolarmente importante per Fabiano Di Muzio: allenatore della prima squadra del Città di Chieti ed anche giocatore …

“Ho ricevuto questa proposta da parte della società della mia città in cui ho militato fino alla scorsa stagione: i dirigenti mi hanno chiesto di passare dal ruolo di allenatore dell’Under 19 a quello della prima squadra. Per me è stata una chiamata irrinunciabile. Mi sono subito reso conto che questo però avrebbe comportato una scelta relativa al mio ruolo da giocatore. Chi mi conosce sa che io sono una persona fin troppo umile: dall’inizio, quando ho accettato, ho pensato che, se avessi voluto fare bene il mestiere di allenatore, avrei dovuto mettere un po’ da parte il Fabiano giocatore. Dopo tantissimi anni giocati ad alti livelli e segnando molti gol, con la fortuna di fare bene grazie ad una condizione fisica che mi ha sempre assistito, sarei ipocrita nel dire che sia stato facile lasciare il campo. Ancora non l’ho fatto però in maniera definitiva: c’è il famoso discorso del numero di gol da raggiungere”.

A proposito di gol segnati in carriera ….

“Ho segnato finora 692 reti e dunque vedo vicino il traguardo dell’incredibile cifra dei 700 in carriera. Sono stato un po’ penalizzato nelle ultime stagioni dal covid: un campionato interrotto dopo cinque o sei partite, poi lo scorso anno, nonostante sia andato avanti fino alla fine, sono stato io stesso colpito dal covid, anche i miei figli e dunque ho saltato quasi due mesi di attività. Sono in questo momento focalizzato sul ruolo di allenatore che mi porta via molte energie mentali: ho tante responsabilità e devo far fronte a molte cose, gli allenamenti da preparare, gestire i ragazzi e la squadra. Come dico sempre è più difficile allenare nelle categorie regionali che in quelle nazionali: in queste ultime essere giocatore significa essere pagati e il più delle volte diventa un lavoro a tutti gli effetti, puoi quindi pretendere. In quelle regionali è difficile avere il giusto compromesso. Io mi sto allenando, sono sempre sul pezzo: se dovesse servire la mia presenza come giocatore in qualche momento mi voglio fra trovare pronto. Abbiamo una rosa di ragazzi validi: fare spazio a loro mi fa piacere”.

Come avete allestito la squadra per questa nuova stagione appena iniziata?

“Abbiamo proseguito sulla falsariga del progetto societario del Città di Chieti che ha un ottimo vivaio: puntare cioè su giovani, visto che in rosa ci sono ragazzi del 2001, 2002, 2003 e 2004. A questi abbiamo voluto affiancare dei giocatori più esperti cercando di rimpiazzare, oltre alla mia figura, quella di Blasioli che per motivi di studio si è trasferito a Roma e sta giocando lì, prendendo due giocatori giovani però già più formati, Villa e Columbaro, che ci stanno dando una grossa mano”.

La stagione è partita con il piede giusto: qualificazione in coppa e campionato con un pareggio a Lanciano e una vittoria in casa con il Teramo …

“In C1 non puoi dare nulla per scontato: fa molta differenza l’approccio mentale alle partite, non ci sono squadre disorganizzate, anche le meno attrezzate fanno dell’agonismo e della mentalità la loro forza. Noi con un po’ di stupore abbiamo affrontato le partite giocate finora con il giusto piglio. Avevo paura vista la squadra giovane, nuovo allenatore, che potessimo anche sbagliare l’approccio: invece faccio i complimenti ai ragazzi per come sono andati in campo. La qualificazione alla Final Eighth di Coppa Italia non era scontata, come anche un pareggio a Lanciano, squadra che lo scorso anno ha fatto quarta ed è fra le più accreditate a puntare almeno ai playoff quest’anno. A Lanciano eravamo avanti 2-0 a sette minuti dalla fine, però questa è la prima stagione con il tempo effettivo, sette minuti ora equivalgono a venti minuti di una volta: ci può stare che una squadra giovane abbia avuto una piccola flessione sul finale di gara e qualche ingenuità sulla quale ovviamente lavoreremo. Con il Teramo abbiamo vinto 6-2 in casa: ottima prestazione anche se mancavano due giocatori importanti. È stata una partita molto bella, il punteggio si è dilatato nel finale, ma fino a metà del secondo tempo il risultato è stato in bilico. È una vittoria che ci dà morale in vista della prossima trasferta contro il San Vincenzo”.

Cosa si aspetta Fabiano Di Muzio dalla Stagione 2022/2023?

“Mi aspetto che un giorno qualcuno dei ragazzi che alleno magari arrivi a calcare palcoscenici importanti e ricordi che Fabiano Di Muzio in quella annata lo faceva giocare insegnandogli i movimenti o gesti tecnici e capacità tecnica: io vivo così il mestiere di allenatore, nel pieno spirito della società. Poi si sa che sono i risultati a fare la fortuna degli allenatori: dunque vorrei far bene. Si deve coniugare le due cose: lanciare giovani e fare buoni risultati. Ho trovato grande disponibilità da parte dei ragazzi e sono fiducioso di disputare una buona stagione. Ci manca qualcosa per raggiungere quello step in più, però l’appetito vien mangiando: è importante essere partiti come meglio non si poteva. Sono i dettagli che fanno la differenza: a me basta che la squadra affronti le partite con il giusto atteggiamento mettendo in campo le indicazioni che do durante la settimana”.

Fabiano Di Muzio dove vuole arrivare?

“In questo momento penso a migliorarmi e magari confermare anche da allenatore quanto di buono fatto da giocatore. Non necessariamente però chi ha avuto la fortuna di giocare a certi livelli diventa poi un bravo allenatore. Bisogna aggiornarsi, oltre all’aspetto tattico curare anche quello psicologico dei ragazzi. Sto investendo tanto in questo. Penso che l’anno prossimo andrò anche a Coverciano per completare il percorso da allenatore e acquisire il patentino di secondo livello, ora ho quello di allenatore di calcio a 5. Mi piace fare le cose bene, sono per certi versi un perfezionista. Sono molto focalizzato sul mio ruolo di allenatore ora, ma in mente c’è sempre quel “numeretto” (700 reti) che ronza nella testa: arrivare a quella cifra di gol sarebbe la chiusura di un cerchio, ma se anche non dovesse succedere mi ritengo fortunato per quanto ho fatto in carriera e soprattutto per la considerazione che molte persone hanno di me in giro per l’Italia. Sento ancora amici con i quali facevamo “battaglie” a Napoli, Torino o altre città che se chiedono loro nelle interviste quale sia l’attaccante che non avrebbero mai voluto incontrare, fanno il mio nome: questa per me è una grandissima soddisfazione. Mi piace anche evidenziare che ho preso il patentino da allenatore nel 2004, ho gestito e allenato ragazzini, scuole calcio, sono stato allenatore giocatore del Cus Chieti nell’anno in cui vincemmo coppa e campionato, unica squadra in Italia a realizzare il “double”. Ho allenato l’Under 19 nazionale del Città di Chieti chiudendo al secondo posto nel girone essendo l’unica squadra a battere il Pescara e arrivando ai sedicesimi di finale nazionali, sono laureato in Scienze Motorie. Oltre al Fabiano Di Muzio bomber del calcio a 5, c’è una persona che nel frattempo ha cercato cioè di costruirsi un futuro. La chiamata della squadra della mia città mi riempie di orgoglio e spero di potermi giocare le mie carte, però, più che dal punto di vista personale, per portare avanti il progetto della società coi giovani. A prescindere dal ruolo di allenatore ho la fortuna di essere visto come un esempio nel calcio a 5 e questo mi inorgoglisce”.

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