A lui è stato dedicato il campo sportivo degli “Eagles”: il “Claude Manzi Stadium”. Il padre era nato a Palombaro, in provincia di Chieti, nel 1878.
PALOMBARO – Claude Manzi nacque a Wayne, in Pennsylvania, nel 1920, da Domenico “Domenick” Manzi e Amalia Giandonato. Il padre, Domenico, era nato a Palombaro, in provincia di Chieti, il 14 agosto del 1878 da Pietro (ventottenne – figlio di Lorenzo e Lucia D’Orsaneo) e Maria Domenica D’Orsaneo (ventiquattrenne – figlia di Domenicangelo e Maria Giuseppa Di Florio). I genitori di Domenico si erano sposati a Palombaro il 21 maggio 1877. Oltre a Claude in casa Manzi nacquero: Peter Orlando (n. 1911- m. 1996), Hugo e Mary (n. 1913). Claude sposò, nel 1950, Mary Jacqueline Royals (1929-2015) che gli diede due figlie: Lesa e Lynne. Subito dopo il matrimonio, Claude e Mary Jacqueline, si trasferirono a Greensboro in North Carolina. Claude Manzi fu, nel 1963, allenatore di football americano alla “Smith High School” di Greensboro.
Sotto la sua guida e i suoi insegnamenti si formarono giocatori del calibro di Vince Evans, Joe Bostic e Jeff Bostic. Manzi allenò per 15 anni ottenendo un record di 90-11-6 e avanzando ai playoff statali quattro volte e vincendo otto campionati cittadini. Nel 1973, gli “Eagles” di Manzi giocarono la partita del campionato statale 4-A contro Sanford. È stato direttore atletico dal 1977 al 1988. A lui è stato dedicato, nel 1984, lo stadio dove giocano gli “Eagles” Smith High School: il “Claude Manzi Stadium”. Manzi si era diplomato a Elon dove giocò a football e fu nominato “Little All-American”, “Most Valuable Player” e All-Conference Guard nel 1946. Manzi fu determinante nella formazione della “North Carolina Coaches Association” e servì come segretario esecutivo. Claude Manzi (della classe ’50) fu inserito nella Guilford County (N.C.) Sports Hall of Fame. Manzi era un veterano decorato della Seconda Guerra Mondiale durante la quale prese parte all’invasione del “D-Day” in Normandia. Claude Manzi morì nel 1994.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”