Il Presidente Scastiglia auspica un distinguo tra l’attività di esercenti che rispettano le regole loro imposte dalle normative in vigore
CHIETI – Letizia Scastiglia, direttrice della Cna di Chieti, chiede di fare chiarezza ed operare i necessari distinguo “tra l’attività di esercenti che rispettano le regole loro imposte dalle normative in vigore, dai brutti episodi violenti che connotano la cosiddetta movida: fatti che vanno certamente stigmatizzati, ma che con gli orari degli esercizi non hanno connessione, perché gli episodi accaduti allo Scalo, ed all’origine delle recenti disposizioni restrittive, sono avvenuti in orari successivi alla chiusura delle attività”.
“Il sacrosanto diritto dei cittadini al riposo ed alla sicurezza -prosegue la Scastiglia- va bilanciato con quello al lavoro di una categoria, come quella degli addetti alla somministrazione e alla ristorazione, che è stata tra le più colpite e penalizzate dall’emergenza Covid-19: per questo, la scelta degli orari di chiusura deve essere improntata a realismo e buon senso”.
Per la Cna di Chieti, dunque, di fronte all’opinione pubblica occorre distinguere le cose, senza stabilire un rapporto di causa-effetto. Ancora, occorre “riportare la discussione alla sua sede naturale, il Comune di Chieti, per avviare una concertazione con le associazioni di categoria, pensando a orari differenziati nel corso della settimane che nei week-end abbiano un ragionevole prolungamento”.
Letizia Scastiglia, infine, richiama alla memoria una recentissima decisione della Corte di Cassazione (è datata 31 marzo 2021) proprio in materia di imposizione di orari di chiusura agli esercizi commerciali: “La Suprema Corte – ricorda – ha ribadito l’impossibilità, da parte di enti locali e Regioni di introdurre limiti e vincoli alle attività commerciali; l’esercizio del potere del Sindaco di adottare ordinanze “contingibili ed urgenti” è fatta salva, ma per loro natura i provvedimenti devono avere effetti temporali e spaziali limitati, ed essere sorretti da motivazioni legate alla salvaguardia di interessi legati alla salute o alla sicurezza pubblica”.