Ad affermarlo è l’ex vice presidente della Camera di commercio dell’Aquila e direttore della Cna provinciale, Agostino Del Re, che chiede “un incontro immediato con i referenti di tutte le associazioni di categoria del territorio. Il ricorso al Tar annunciato dall’ente camerale teramano, rispetto al decreto della Regione che dà il via libera alla formazione del consiglio della Camera di commercio unificata”, spiega Del Re, “è la risposta chiara ed inequivocabile alla chiusura della Camera di commercio dell’Aquila che ha inteso andare avanti a testa bassa, cancellando la strada del dialogo costruttivo con i colleghi di Teramo. Appare non più prorogabile la convocazione di un tavolo allargato, con tutte le associazioni di categoria, per definire il percorso da intraprendere, alla luce dell’immobilismo della Camera aquilana, ammesso e denunciato in una nota di qualche mese fa, dallo stesso presidente Santilli. Tanto più che, a condurre la partita della fusione”, evidenzia Del Re, “è un presidente che non ha il sostegno delle forze associative che rappresentano l’economia locale. E lo stesso vale per i componenti di giunta”.
Del Re chiede chiarezza anche su una serie di dubbi sollevati dalla Camera di commercio di Teramo, “che dalla sua ha tutte le istituzioni e la politica locale, al contrario dell’Aquila dove non si è levata una sola voce favorevole”, su due questioni poste in conferenza stampa dai teramani: “i bilanci dell’ente aquilano e la fusione tra Cresa e Agenzia per lo sviluppo. Da Teramo”, incalza Del Re, “è stato fatto notare il notevole peso, esercitato sul bilancio della Camera di commercio dell’Aquila, dal Cresa e dall’Agenzia per lo sviluppo. Gli ordini dei commercialisti e degli avvocati di Teramo si sono messi a disposizione per controllare i bilanci dell’Aquila: a questo punto il presidente deve fare chiarezza sulla situazione economica dell’ente e sull’operazione di unificazione tra Cresa e Agenzia per lo sviluppo. Nella recente conferenza stampa è stato abbandonato da tutti, persino dalla giunta e dalle associazioni di categoria, Confesercenti, Cna, Confindustria, sindacati. Alla luce delle dichiarazioni di Lanciotti chiediamo un incontro immediato per capire come stanno le cose. Il malcontento è talmente evidente che non si può più fare finta di niente. Santilli, purtroppo, non rappresenta più nessuno: si ha la sensazione che voglia accelerare i tempi della fusione perché non si accendano i riflettori sulla gestione dell’ente negli ultimi anni. Ne va del futuro del territorio e delle imprese”.
Del Re aggiune: “La Camera di commercio dell’Aquila si è fatta notare per l’assoluto silenzio su questioni fondamentali, tasse e sviluppo post- sisma. Ma ci sono difficoltà anche a mettere a profitto il Cresa. Quanto ai 900mila euro di fondi per la ripresa post-sisma, avevamo proposto un progetto forte per il territorio: la Camera di commercio dell’Aquila aveva destinato 300mila euro ai Cunicoli di Claudio, 300mila all’anno Ovidiano di Sulmona. E i 300mila per la Convention bureau da fare all’Aquila, di cui non si è saputo più nulla, che fine hanno fatto? Il presidente deve una spiegazione al territorio, alle imprese e alle associazioni che le rappresentano”.
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