Nel 2023 si sono registrati 1,7 milioni di arrivi e 6,5 milioni di presenze. Il maggior incremento arriva dagli esercizi extraalberghieri
REGIONE – Il risultato conseguito dall’Abruzzo sul fronte delle presenze turistiche nel 2023 è confortante, e va salutato positivamente come un buon inizio, sperando che la stagione estiva appena agli inizi confermi e meglio questo trend. Adesso occorre però accrescere la capacità della nostra regione di farsi conoscere sui mercati esteri, settore in cui si registrano ancora le maggiori criticità. Lo afferma in una nota CNA Turismo Abruzzo, secondo cui il quadro tracciato dall’Istat nel recente report “L’andamento turistico in Italia: prime evidenze del 2023″, «deve essere considerato un punto di partenza di grande valore, visto che è contrassegnato da oltre 1,7 milioni di arrivi e 6,5 milioni di presenze nel 2023 nei nostri esercizi ricettivi. Numeri che ci proiettano oltre la crisi pandemica, e che inducono a un ragionevole ottimismo».
«In questo quadro – dice il presidente Claudio Di Dionisio – ci piace sottolineare soprattutto il forte incremento registrato dagli esercizi extra-alberghieri, a conferma della maggiore copertura territoriale che questo tipo di ricettività, come ad esempio B&B ed agriturismi assicura in un territorio come il nostro, e del loro ruolo strategico di integrazione all’offerta alberghiera: perché tra 2022 e 2023, gli arrivi negli esercizi alberghieri sono aumentati del 6,1% ma con lieve flessione nelle presenze, mentre in queste strutture gli arrivi hanno toccato quota +13,9% e le presenze il 6,2% in più». Resta, come detto, il nodo della provenienza, che mette l’Abruzzo agli ultimi posti della graduatoria nazionale tra regioni quanto agli ospiti stranieri, con l’85,6% di residenti in Italia e il 14,4% di non residenti. «Serve dunque una maggiore attenzione alla presenza sui mercati esteri – aggiunge il responsabile di CNA Turismo Abruzzo Gabriele Marchese – perché si tratta di un segmento strategico decisivo su cui ancora stentiamo ad affermarci. Per questo, occorre rafforzare la collaborazione tra Regione ed operatori per studiare insieme strategie, pacchetti e percorsi».
Affinché questo salto di qualità possa effettivamente verificarsi, sempre a detta della CNA, occorre contare pienamente sul ruolo che la più importante infrastruttura dedicata, l’aeroporto, può esercitare per attrarre e facilitare le presenze straniere: «Il calo di viaggiatori registrato tra gennaio e aprile dello scalo pescarese non è un segnale troppo confortante. Perché se è vero che si tratta del risultato della cancellazione di due rotte interne, Torino e Milano Linate, è anche vero che soprattutto la seconda rappresenta un hub strategico per poter poi raggiungere l’Abruzzo anche dall’estero. In questo senso «la CNA, che nella storia della società di gestione, la Saga, è stata l’unica associazione d’impresa ad aver investito in anni recenti, auspica la ripresa di un dialogo fattivo che indichi tempi e modi di rilancio dei collegamenti».