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Cna: venerdì si decide il destino dell’aeroporto d’Abruzzo

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Lupo: la politica si schieri compatta, ma cerchi anche un accordo con le Marche

PESCARA – In un comunicato  il presidente regionale della Cna, Italo Lupo chiede che la  politica abruzzese faccia fronte comune per scongiurare il ridimensionamento dell’aeroporto d’Abruzzo.Infatti  secondo le  notizie riportate  ieri  mattina da alcuni quotidiani nazionali, già venerdì prossimo potrebbe essere all’esame del consiglio dei ministri il piano di ristrutturazione del traffico aereo nazionale messo a punto dall’Enac. Un piano che disegna un futuro fondato su pochi scali internazionali, un pugno di aeroporti “strategici” e una manciata di strutture “primarie”, il ridimensionamento o la chiusura di tutti gli altri aeroporti, affidati a improbabili investimenti esclusivi degli enti locali: e Pescara è tra questi.

A detta della Cna (che della Saga, la società che gestisce lo scalo d’Abruzzo, è socia), non «è possibile cancellare con un semplice tratto di penna tutti quegli scali regionali, come Pescara o Ancona, che rappresentano l’unica via di collegamento della propria regione con l’Europa. Si tratta di un disegno miope, che mentre penalizza ora pesantemente, e sicuramente, alcuni territori non garantisce ad altri, poi, la certezza di uno sviluppo futuro». Oltretutto – argomenta ancora Lupo – «si conferma anche nel ridisegno degli aeroporti la linea di penalizzazione del medio Adriatico, visto che tra Venezia e Bari spariranno scali importanti; la linea inaugurata con l’esclusione dai progetti dell’Alta velocità ferroviaria trova ora conferma nei cieli, assestando un colpo mortale all’economia e al turismo. Sempreché nessuno sia in grado di porvi rimedio: per questo, chiediamo al presidente della Regione, Gianni Chiodi, di farsi interprete con il governo del disagio degli abruzzesi». Tuttavia, avverte Lupo, se la strada della difesa dell’aeroporto regionale dovesse rivelarsi strette e impervia, «l’unica alternativa resterebbe la sinergia con lo scalo delle Marche, magari da realizzare attraverso una nuova, unica, società di gestione, che saldi gli interessi delle due regioni, magari nella prospettiva di trasformare i rispettivi scali in strutture di supporti agli aeroporti romani; oppure attraverso una collaborazione stretta su marketing e promozione».

«In queste settimane – conclude – certe sterili polemiche rimbalzate dal mondo della politica abruzzese su frazioni di punto in più, o in meno, perdute o guadagnate nel traffico passeggeri rispetto ad Ancona, la dice lunga sul grado di consapevolezza dei problemi che abbiamo di fronte».

 

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