Si gioca sabato 28 aprile al PalaTricalle contro la quarta in classifica. Alle neroverdi basta un punto per conquistare l’aritmetica salvezza. Parla la Negroni
CHIETI – Con le tre vittorie consecutive contro Castellammare, Orsogna e Ponticelli, l’obiettivo salvezza si è certamente avvicinato, ma non è stato ancora centrato. Per raggiungere quota 34 punti, quella della tranquillità, manca un punto, e la CO.GE.D. non vuole trovarsi nella condizione di dover ancora compiere questo passo all’ultima giornata, quando peraltro le neroverdi giocheranno sul difficile campo di Sant’Elia.
Ecco dunque che la sfida interna contro Mesagne, quarta forza del campionato e teoricamente ancora in lotta per l’ultima posizione playoff, assume un’importanza centrale. Il risultato dell’andata, una sconfitta per 3-2 che lasciò grande amaro in bocca per come era maturata (con la CO.GE.D. avanti 2-1 e 24-23 nel quarto set), sarebbe sufficiente domani per conquistare l’aritmetica salvezza, ma, come conferma Marta Negroni, la Teatina scenderà in campo con l’obiettivo di vincere e chiudere in bellezza (almeno per quanto riguarda le gare interne) una stagione molto tribolata:
“Contro Ponticelli abbiamo rischiato tantissimo, praticamente abbiamo rischiato di compromettere l’intero campionato. C’era tantissima tensione, generata dall’obbligo dei tre punti, e di conseguenza mancavano tranquillità e serenità. Sapevamo che l’avversario non andava sottovalutato, perché non aveva nulla da perdere, a differenza nostra, e in campo si è visto. Contro Mesagne è vero che ci serve solo un punto, ma questo fa ancor di più aumentare il rammarico per quanto abbiamo lasciato per strada nel corso del campionato e per quanto non abbiamo fatto per evitare di ritrovarci in questa pessima situazione, che non auguro a nessuno.
Loro sono una squadra equilibrata, che difende bene e ha buoni attaccanti, per cui sarà fondamentale per noi avere una buona correlazione muro-difesa. Da parte nostra, dovremo rimanere calme, ripartire con la testa sgombra dopo ogni eventuale errore, fare cose semplici, cercare sempre nuove soluzioni e non arrenderci mai. Abbiamo l’obbligo di mantenere sempre alte la tensione e la lucidità, che troppo spesso ci sono mancate, e non fare regali… insomma, dobbiamo tirare fuori gli attributi!
Questo mio secondo anno a Chieti non è stato certo come me lo aspettavo: è stata una stagione di alti e bassi, dove la tensione e la pressione hanno prevalso, mentre l’anno scorso eravamo più serene e c’era più complicità tra di noi. Si poteva e si doveva dare di più, perché con le singole potenzialità che ha questa squadra non riesco davvero a crederci che ci troviamo ancora a questo punto. Ci è mancata un po’ di fortuna, ma avremmo dovuto metterci anche più grinta, maggiore capacità di svoltare dopo gli errori commessi e di chiudere le partite.
Non abbiamo mostrato la maturità necessaria per affrontare e superare i momenti difficili, né quell’adrenalina e quella tensione interna che ti fanno buttare sul campo tutto ciò che hai e ti fanno vincere le partite. Non siamo state unite in campo, cosa che invece abbiamo riscoperto nelle ultime settimane, sia in allenamento che in partita, ma certo avremmo dovuto farlo prima, mettendo da parte le negatività. Ora vedo le mie compagne grintose e determinate, ci stiamo allenando bene, e non è un caso che siano arrivati gli ultimi nove punti. Domani dovremo essere unite, non ci sono scuse: conta solo l’obiettivo da raggiungere”.