COCULLO (AQ) – Il sindaco di Cocullo ha emesso un’ordinanza lunedì che impone “il divieto di somministrare alimenti di qualsiasi genere ai gatti randagi nelle seguenti vie del centro storico e limitrofe: via San Domenico, via Porta Ruggeri, rione San Nicola, piazza Aracella, via Roma, piazza Madonna delle Grazie”. Divieto esteso anche ai “piatti” ovvero ai contenitori che i residenti usano per dare da mangiare ai piccoli felini.
Le deiezioni “danno luogo a seri problemi di carattere igienico sanitario”.
Per chi contravviene sono previste multe dai 25 ai 250 euro
Il Sindaco del piccolo borgo della provincia de L’Aquila nei giorni scorsi ha emesso una Ordinanza per vietare la somministrazione di cibo ai gatti senza proprietario presenti in alcune vie del centro storico del paese. Secondo il primo cittadino, infatti, il numero di felini è aumentato a causa del cibo messo a disposizione dai cittadini di buon cuore che si prendono cura di questi animali e questo comporterebbe un problema igienico-sanitario perché gli animali espleterebbero i loro bisogni fisiologici nelle strade.
“I gatti sono animali territoriali e ci sono delle leggi dello Stato che per questo motivo vietano che vengano spostati dai luoghi in cui sono abitati a vivere. Affamarli non è certo la soluzione per far fronte a presunti problemi igienici che potrebbero comunque essere risolti intensificando, se occorre, la pulizia del centro storico”, dichiara l’avv. Michele Pezone – Responsabile diritti animali di LNDC Animal Protection.
“Ancora una volta ci troviamo davanti a un Sindaco che evidentemente non conosce le norme in maniera di animali”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection, “e come sempre non resteremo fermi a guardare. I gatti che vivono in libertà sono tutelati dalla Legge Quadro 281/91 e dalla LR 47/13 che individuano proprio nei Comuni i responsabili del benessere di questi animali. È pertanto un paradosso che un Sindaco vieti la somministrazione di cibo agli animali di cui egli stesso è responsabile. Se il problema è l’incremento del numero di felini, la soluzione non è affamarli ma provvedere alla loro sterilizzazione con l’ausilio della ASL competente, come previsto dalle norme”.
“Ovviamente ho già dato mandato ai nostri legali di impugnare questa Ordinanza davanti al TAR perché è assolutamente illegittima e va contro tutti i principi stabiliti dalla legge”, conclude Rosati.
“Il Sindaco di Cocullo (AQ), Sandro Chiocchio, ha firmato delle disposizioni in merito alla somministrazione di alimenti a gatti randagi in pieno in contrasto con la normativa nazionale e regionale sulla prevenzione del randagismo e sulla tutela degli animali di affezione. Siamo fermamente convinti che il divieto di sfamarli rientra nella categoria del maltrattamento e quindi perseguibile penalmente”.
Così in una nota Walter Caporale, già Capogruppo regionale dei Verdi per due Legislature, attualmente Presidente di Animalisti Italiani onlus.
“L’ordinanza n.13 del 17 settembre 2018 è illegale – spiega Caporale – Le colonie feline sono tutelate dalla Legge n.281 del 14 agosto 1991 che all’articolo 2 vieta a chiunque di maltrattare i gatti che vivono in libertà. Il randagismo si previene attraverso la sterilizzazione. La responsabilità è dell’autorità sanitaria competente per il territorio che ha l’obbligo di riammettere gli animali nel loro gruppo una volta concluso il piano di controllo della popolazione felina. Ricordiamo che gli animali non possono essere spostati se non per gravissimi motivi, altrimenti si incorrerebbe nel reato di maltrattamento di animali”.
Conclude Caporale: “Imporre il digiuno è illegittimo se non crudele, è quanto viene stabilito dalle sentenze Tar Ancona, sent. n. 753/2012 e Tar Puglia, sez. Lecce, sent. n. 525/12. I comuni non possono vietare la somministrazione di alimenti a cani e gatti randagi con contenitori sulle aree pubbliche. Il provvedimento del Sindaco di Cocullo è privo delle condizioni richieste dalla legge per essere riconosciuto giuridicamente valido per difetto di istruttoria e di motivazione (Tar Venezia, sent. n. 6045/2010), poiché il Sindaco non avrebbe fornito alcuna prova o studi sui ‘seri problemi di carattere igienico-sanitario’, e tantomeno non risulterebbe che abbia richiesto un parere all’ASL, organismo deputato alla sorveglianza sul fenomeno del randagismo.
Per tanto chiediamo al Sindaco Chiocchio di ritirare l’ordinanza. Dare dai mangiare agli animali randagi non può considerarsi un illecito. Gli animali devono essere protetti e il Comune, nella persona del Sindaco è da ritenersi il responsabile del benessere degli animali presenti sul territorio comunale come chiarito dalla sentenza della Cassazione n. 148 del 2017. Qualora il Primo cittadino non annullasse il provvedimento daremo mandato ai nostri legali di procedere ai sensi di legge contro la sua persona denunciandolo alle autorità competenti per maltrattamento di animali”.
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