Il caldo anomalo e la mancanza di pioggia favoriscono ma a livello nazionale ben 6 roghi su 10 sono provocati volontariamente dall’uomo
REGIONE – Il caldo anomalo e la mancanza di pioggia favoriscono nel Centro-Sud il divampare di roghi con macchia mediterranea, pinete, boschi e ulivi andati a fuoco anche in Abruzzo, dove il week end sarà ricordato come uno dei più disastrosi degli ultimi anni per gli incendi che hanno coinvolto zone interne e costiere, colpendo perfino la prestigiosa pineta dannunziana di Pescara, polmone verde del capoluogo di provincia.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che le temperature tropicali e l’assenza di precipitazioni nel Mezzogiorno favoriscono il propagarsi delle fiamme e aiutano i piromani. Per ricostituire i boschi e le pinete ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché – evidenzia la Coldiretti – mancata l’opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio. L’Italia è un Paese boscoso con più di 1/3 (38%) della superficie totale nazionale coperta da foreste, secondo l’analisi della Coldiretti. Quasi 1 bosco su 3 (32%) in Italia fa parte di aree protette e in poco meno di 30 anni – evidenzia la Coldiretti – sono cresciuti di quasi il 27% passando dai 9 milioni di ettari del 1990 agli attuali 11,4 milioni.
L’Abruzzo in tale scenario non fa eccezione con il 37% del territorio occupato da area protetta (primo posto in Italia) e ben tre parchi nazionali che si estendono su circa 274mila ettari. “L’impegno a difendere e valorizzare il patrimonio boschivo – sottolinea la Coldiretti Abruzzo – è determinante per l’ambiente e la sicurezza della popolazione anche perché non va dimenticato il ruolo dei boschi nella tenuta idrogeologica dei territori considerato che lungo la penisola più di 9 comuni su 10 (91,1%) sono a rischio per frane, smottamenti o alluvioni in una situazione in cui – continua la Coldiretti – gli eventi meteo estremi sono sempre più frequenti, dalle grandinate alle bombe d’acqua, e mettono in serio pericolo città e campagne. Per incrementare il patrimonio boschivo italiano, la Coldiretti ha elaborato insieme a Federforeste il progetto nel PNRR di piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali”.