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Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti: consegnata la pasta alle mense

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CHIETI – Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti ha completato, con la consegna di altri 164 kg di pasta a ciascuna delle due mense attive in città (“Santa Luisa” gestita dal Gruppo di volontariato Vincenziano nella città alta e “Madre Teresa di Calcutta” della Caritas Diocesana allo Scalo) la donazione realizzata con il denaro risparmiato durante la campagna referendaria. Compresa la precedente consegna, sono stati dunque forniti a ogni mensa poco più di 210 kg di pasta per una fornitura complessiva di oltre 420 kg.
Il Comitato, sostenuto da decine di associazioni e centinaia di cittadine e cittadini, ha deciso di utilizzare in tal modo quel denaro, poco più di mille euro, con una duplice finalità: aiutare chi da sempre aiuta i bisognosi e chi opera nella legalità per la legalità, perfettamente in linea con lo spirito e le azioni del Comitato stesso.

La pasta è stata acquistata infatti presso la Cooperativa Libera Terra contro le mafie: viene prodotta dal grano che cresce su terreni e con beni confiscati alle organizzazioni malavitose. Il Comitato intende in tal modo ribadire con forza la richiesta di rispettare la democrazia e la legge insita nella campagna di obbedienza civile che il Forum dell’Acqua è costretto a varare a livello nazionale per ottenere che non vengano disattese le prescrizioni referendarie, come a più livelli si sta cercando assurdamente di fare.
L’attenzione alle mense è motivata anche dal fatto che nel nostro territorio la cronica carenza di posti di lavoro è stata recentemente accentuata dalla crisi economica in atto e da talune non condivisibili scelte aziendali: una serie di situazioni che hanno ampliato drammaticamente la fascia dei bisognosi.
È importante infine ricordare che è stato possibile risparmiare una parte del denaro raccolto per sostenere la campagna referendaria (frutto esclusivo delle donazioni di cittadini e associazioni) grazie al fatto che i membri del comitato di coordinamento e gli attivisti tutti che hanno dato una mano non hanno voluto neppure il rimborso delle spese vive sostenute in favore della campagna referendaria (benzina, colla per affiggere i manifesti, ecc.). Le cittadine e i cittadini, a differenza di chi dovrebbe rappresentarli, hanno dimostrato con i fatti la loro profonda fede nella democrazia. Per questo ora pretendono che i risultati referendari vengano correttamente applicati e non elusi in nome di interessi economici del tutto estranei al bene comune e comunque bocciati il 12 e 13 giugno 2011 dalla stragrande maggioranza degli italiani.

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