CHIETI – Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti, sostenuto da decine di associazioni e centinaia di cittadini, ha deciso di utilizzare il denaro, poco più di mille euro, risparmiato durante la campagna referendaria per acquistare circa 410 kg di pasta (spaghetti, rigatoni, fusilli, ecc.) da donare alle due mense attive a Chieti: “Santa Luisa” gestita dal Gruppo di volontariato Vincenziano nella città alta e “Madre Teresa di Calcutta” della Caritas Diocesana allo Scalo.
La scelta, condivisa in assemblea dagli aderenti al Comitato, ha due finalità: aiutare chi da sempre aiuta i bisognosi e chi opera nella legalità per la legalità, perfettamente in linea con lo spirito e le azioni del Comitato stesso. La pasta è stata acquistata infatti presso la Cooperativa Libera Terra contro le mafie: viene prodotta dal grano che cresce su terreni e con beni confiscati alle organizzazioni malavitose. Il Comitato intende in tal modo ribadire con forza la richiesta di rispettare la democrazia e la legge insita nella campagna di obbedienza civile che il Forum dell’Acqua è costretto a varare a livello nazionale per ottenere che non vengano disattese le prescrizioni referendarie, come a più livelli si sta cercando assurdamente di fare.
L’attenzione alle mense è motivata anche dal fatto che nel nostro territorio la cronica carenza di posti di lavoro è stata recentemente accentuata dalla crisi economica in atto e da talune non condivisibili scelte aziendali: una serie di situazioni che hanno ampliato drammaticamente la fascia dei bisognosi.
È importante infine precisare che è stato possibile risparmiare una parte del denaro raccolto per sostenere la campagna referendaria (frutto esclusivo delle donazioni di cittadini e associazioni) grazie al fatto che i membri del comitato di coordinamento e gli attivisti tutti che hanno dato una mano non hanno voluto neppure il rimborso delle spese vive sostenute in favore della campagna referendaria (benzina, colla per affiggere i manifesti, ecc.). Le cittadine e i cittadini, a differenza di chi dovrebbe rappresentarli, hanno dimostrato con i fatti la loro profonda fede nella democrazia. Per questo ora pretendono che i risultati referendari vengano correttamente applicati e non elusi in nome di interessi economici del tutto estranei al bene comune e comunque bocciati il 12 e 13 giugno 2011 dalla stragrande maggioranza degli italiani.
Per quanto riguarda in particolare la situazione della nostra città, cominciano in questi giorni a circolare indiscrezioni sulla richiesta di un adeguamento delle tariffe, oggi a Chieti ben più basse di quelle praticate dall’ACA. L’adeguamento, come avevamo già denunciato il 18 gennaio scorso, comporterà in realtà tariffe tre volte più alte senza alcun reale vantaggio per i cittadini. Chiediamo con forza che il Comune di Chieti faccia sentire la propria voce, in difesa dell’interesse dei suoi amministrati, pretendendo che la gestione dell’acqua nel territorio non sia affidata a carrozzoni inefficienti e che si tengano invece in primo piano le reali necessità e i diritti degli utenti, attraverso ad esempio l’abolizione sulle bollette della quota del 7% di remunerazione del capitale investito, come stabilito dal referendum; l’introduzione dell’Indice MALL nei piani d’ambito del servizio idrico integrato; l’ammodernamento delle reti idriche per evitare sprechi ancora oggi enormi…
A tal proposito sottolineiamo che il Comitato Acqua e Beni Comuni ha chiesto un incontro “urgente” al sindaco di Chieti Umberto Di Primio con una lettera consegnata al protocollo comunale l’11 gennaio scorso. Finora non abbiamo avuto alcuna risposta.