ATRI (TE) – “Il comune di Atri, pur nelle normali difficoltà di cassa, come accade a tante amministrazioni pubbliche, non è assolutamente, né si trova in uno stato di pre-dissesto finanziario e neppure a rischio di procedura di riequilibrio. Lo dimostra la capacità che il Comune ha di contrarre mutui per investimenti e infrastrutture per oltre 2 milioni di euro nel 2016, a differenza di altri comuni similari”. Con queste parole di sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, precisa la situazione finanziaria dell’ente alla luce di quanto emerso in questi giorni a seguito di un errore di pubblicazione relativo al parere espresso dal responsabile finanziario sul bilancio di previsione, che ha generato allarme e confusione.
Con delibera 121 dello scorso 6 giugno, infatti, la giunta comunale ha preso atto dell’errore che si è verificato. A essere stata pubblicata è stata, infatti, una bozza di parere con frasi incomplete e ancora in corso di predisposizione nella quale si richiama l’attenzione sulle difficoltà di cassa dell’ente e si invita l’amministrazione ad attuare un piano di alienazione immobiliare, in assenza del quale e nell’eventualità di ulteriore aggravio della situazione di cassa, il Consiglio Comunale dovrà valutare la possibilità di accedere alla procedura di riequilibrio finanziario a cui diversi enti stanno ricorrendo.
Il piano delle alienazioni, peraltro già approvato con la delibera 106 del 12 maggio 2016 per un valore stimato di oltre 2 milioni di euro, comprende immobili, ma anche la rete di distribuzione gas e metano che, contrariamente alla maggior parte dei comuni, è ancora integralmente di proprietà del Comune di Atri e il cui valore supera i 4 milioni di euro.
“Abbiamo parecchi beni non monumentali da vendere – aggiunge Astolfi – per esempio il mercato coperto in viale Risorgimento, gli appartamenti delle ex carceri, il cui bando di vendita è in procinto di essere pubblicato, e poi ancora terreni e garage. Volevamo alienare il palazzo dell’ex pretura, ma è stato affittato al commissariato di polizia a fine anno. Il Comune, va però precisato, è in grado di ripagare i propri debiti, l’anticipazione di cassa è stabilita dalla legge per un massimo di 3 milioni di euro. Non aumenteremo le tasse e non c’è alcun rischio di dissesto per l’ente”.
“L’utilizzo dell’anticipazione di cassa – conclude il sindaco – il cui costo annuale per il comune è di circa 80 mila euro è dovuto ai mancati trasferimenti da parte dello stato di oltre 2 milioni di euro per il solo 2016 e dalla Regione Abruzzo per oltre 300 mila euro per servizi già sostenuti dal comune e, infine, dai ritardi nei pagamenti dei tributi da parte di cittadini e aziende, sicuramente, a causa della profonda crisi che attanaglia l’Italia intera”.
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