CHIETI – Emiliano Vitale, Fabrizio Di Stefano e Maurizio Costa, del gruppo consigliare Fi-Pdl del Comune di Chieti, presentano un ordine del giorno in cui si chiede al presidente della giunta comunale, Luciano D’Alfonso, dove si chiede di sospendere l’efficacia dei Decreti e quindi l’introduzione della quota di compartecipazione, stabilita per il 1° ottobre prossimo.
Inoltre si chiede di costituire un fondo sociale con giusta capienza di risorse finanziarie da destinare ai Comuni per coprire le spese per gli anziani e i disabili meno abbienti; concludere la riorganizzazione e la riconversione della rete dell’offerta residenziale e semiresidenziale, al fine di superare le criticità rilevate dal Comitato Lea e offrire le strutture sanitarie adeguate ai pazienti nel rispetto dei giusti settings assistenziali; ripristinare l’efficacia dei Decreti 91 e 92 del 13 agosto 2014 solo dopo l’istituzione del fondo sociale a tutela dei più deboli e la conclusione del processo di riorganizzazione e di riconversione dell’offerta residenziale e semiresidenziale, azione fondamentale per il raggiungimento del punteggio pieno per essere totalmente adempienti ai livelli essenziali di assistenza e uscire dal commissariamento.
“Abbiamo appreso tramite l’assessore Silvio Paolucci in merito ai due Decreti emessi dal Commissario ad acta, Luciani D’Alfonso – ha aggiunto l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Chieti, Emilia De Matteo – che prevedono la compartecipazione a carico dell’utente disabile o del Comune di residenza alle prestazioni semiresidenziali e residenziali presso le strutture riabilitative a far data dal 1° ottobre. Questo almeno a parole perché nulla, finora, è stato ufficialmente comunicato. Il problema, se scongiurato per gli ultimi tre mesi dell’anno in corso, si ripresenterà per il 2015. È impensabile che il rientro della spesa sanitaria abruzzese debba ricadere su prestazioni di rilevante valore per le persone con problemi di non autosufficienza e/o grave disabilità. Né è pensabile che i Comuni, già privi di idonee risorse ed alle prese con tagli agli stanziamenti da parte del Governo che, nel caso del Comune di Chieti, dal 2009 al 2013 hanno subìto una diminuzione di circa il 61% potranno in futuro garantire la compartecipazione alle prestazioni sanitarie. L’amministrazione comunale e tutti i gruppi consiliari di centrodestra (Fi, Ncd, Udc, Uniti per Chieti, Fratelli d’Italia, Alleanza per Di Primio, Gruppo Misto) condividono l’importanza di costruire un ‘sistema di protezione sociale’ che non lasci alcuno senza rete istituzionale e, per tale motivo, chiediamo che i Comuni siano coinvolti direttamente nella fase programmatoria attuata dalla Regione per evitare di venire a conoscere dagli organi di informazione o dal tam-tam delle associazioni il contenuto delle decisioni prese in modo unilaterale dal Commissario ad Acta. Inoltre, apprezzando l’idea della Regione di addivenire ad un unico piano integrato socio-sanitario, si ribadisce che in nessun modo le prestazioni sociali dovranno essere penalizzate per sopperire alle eccessive spese in ambito sanitario”.
“Durante la campagna elettorale – ha chiosato il consigliere comunale di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano – Luciano D’Alfonso nei manifesti affissi nelle nostre città parlava di una sanità vicina ai cittadini, invece si tratta di una sanità vicina alle tasche dei cittadini con l’aumento delle tasse. Credo che noi non saremmo nemmeno dovuti arrivare a questo tipo di scontro. Il ticket è una vera e propria compartecipazione che può arrivare anche a superare gli 80 euro giornalieri e a superare i 200 euro mensili che in n bilancio famigliare sono assolutamente influenti. Quando Paolucci dice di lasciare spazio ai Comuni dice un’altra sciocchezza perché i Comuni non possono trovare all’improvviso le risorse per supportare questo costo. È chiaro che il fatto di dire che i Comuni possono è un’altra operazione di facciata. Se servono le risorse si devono andarle a trovare in un’altra voce e non andare a colpire i malati che sono i soggetti più deboli, si devono colpire i meno deboli. Io mi auguro che domani in Consiglio da parte della maggioranza ci sia un po’ di reminescenza. Chiedo ai consiglieri comunali di non guardare se la loro posizione politica è affine a quella dall’amministrazione regionale, questa non è una battaglia a color politico ma è una battaglia a colore sociale”.
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