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Comune di Pescara: lotta all’evasione Ici e Tarsu

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L’amministrazione comunale, grazie a verifiche e controlli incrociati, ha riscontrato 2mila evasori Tarsu e 6mila  presunti evasori Ici

PESCARA – Tempi duri per i  ” furbetti ”  delle tasse … L’amministrazione comunale ha avviato la seconda fase della  lotta contro l’evasione fiscale. Infatti, dopo un anno di lavoro di verifica e ricostruzione della Banca dati dei contribuenti, partiranno la prossima settimana gli accertamenti Ici e Tarsu.In questo modo il Comune di Pescara dovrebbe recuperare quattro milioni 400mila euro. Saranno ben 2mila le cartelle Tarsu indirizzate ad altrettanti evasori totali, ossia utenti domestici o commerciali che non hanno mai pagato la tassa sui rifiuti; addirittura 6mila gli evasori dell’Ici. Contestualmente partiranno anche 18mila questionari rivolti ad altrettanti contribuenti per i quali sono emerse anomalie che ora si dovranno chiarire: entro 30 giorni i questionari dovranno essere rispediti al Comune per non incorrere nella sanzione di 258 euro.

L’assessore ai Tributi Massimo Filippello,ieri, nel corso di una conferenza stampa ,alla presenza  dell’avvocato Antonio Chiariello, esperto in Tributi locali, dell’ingegner Marco Scorrano, dirigente del settore, del funzionario Mastroluca e dell’avvocato Maffei,ha spiegato:

un anno fa, quando ci siamo insediati  abbiamo riscontrato nel settore tributi ben 48mila anomalie sulla Banca dati dell’Ici e 25mila sulla Tarsu. A quel punto con l’ingegner Scorrano abbiamo iniziato un capillare lavoro di verifica ricostruendo una Banca dati dei contribuenti, beneficiando anche del protocollo d’Intesa appena stipulato con l’Agenzia delle Entrate, ed effettuando anche controlli incrociati con le banche dati delle utenze elettriche e del gas per il recupero delle evasioni dal 2005 a oggi.

Per quanto riguarda la Tarsu, la Tassa sui rifiuti solidi urbani, abbiamo controllato i soggetti che risultavano residenti a Pescara, grazie ai dati dell’anagrafe comunale abbiamo verificato che nessun familiare, all’interno dello stesso nucleo, avesse pagato la Tarsu per le residenze domestiche, mentre per le attività economiche abbiamo effettuato controlli incrociati con la banca dati della Camera di Commercio e siamo arrivati a definire il numero esatto degli evasori totali e delle posizioni realmente anomale: su 67mila posizioni contributive Tarsu abbiamo individuato 12mila posizioni ‘a rischio’, ossia presunti evasori, per alcuni abbiamo ormai certezze, in altri casi dobbiamo procedere con dei riscontri.

Complessivamente gli evasori totali, che non hanno mai pagato la tassa sui rifiuti, sono 2mila e nei loro confronti già la prossima settimana partiranno gli avvisi di accertamento; 10mila sono i contribuenti su cui dobbiamo effettuare delle verifiche e infatti sempre dalla prossima settimana invieremo loro un questionario, 5mila per le persone fisiche, 5mila per le utenze economiche in cui chiederemo all’utente di certificare l’immobile di residenza o la propria attività economica, la sua superficie e di produrre copia dell’ultima bolletta Tarsu pagata e dell’avviso di pagamento. In molti casi, ad esempio, potrebbe accadere che le bollette siano state regolarmente pagate, ma che i pagamenti siano intestati a un inquilino precedente, e in questi casi dovremo semplicemente sollecitare una voltura dei contratti senza alcuna sanzione accessoria.

Lo stesso questionario dovrà essere riconsegnato al Comune entro 30 giorni via fax, per posta ordinaria, posta elettronica certificata o al Protocollo comunale; se il contribuente non dovesse rispondere scatterà la sanzione pecuniaria pari a 258 euro e il Comune si riserverà anche la possibilità di incaricare i propri accertatori di effettuare i controlli.

Sale il numero degli evasori invece in materia di Ici: per l’imposta comunale sugli immobili abbiamo già individuato 6mila posizioni anomale che riceveranno l’avviso di accertamento su 70mila posizioni contributive ; in realtà gli evasori totali sono 2mila, mentre negli altri 4mila casi si tratta di utenti che hanno presentato un pagamento incompleto per errori di calcolo, o per omissione di versamento in alcune annualità; anche per l’Ici invieremo 8mila questionari per posizioni dubbie che avranno le stesse modalità della Tarsu, dunque dovranno essere compilati e rispediti al Comune entro 30 giorni.

Le verifiche sull’Ici sono state più complesse perché il 2005 è stato un anno particolare perché la precedente amministrazione ha aumentato il numero delle aliquote agevolate, passate da 2 a 4 e il cambiamento ha potuto generare qualche confusione negli utenti. Ovviamente ci stiamo preparando a fronteggiare l’inevitabile e prevedibile afflusso di cittadini che, ricevuto il questionario o l’avviso di accertamento, vorranno chiedere ulteriori informazioni: per ridurre le file agli sportelli dell’ufficio Tributi il contribuente potrà inviare la pratica via mail, utilizzando la posta elettronica certificata all’indirizzo protocollo@pec.comune.pescara, per fax al numero 085/4283663, o per posta ordinaria con raccomandata ricevuta di ritorno all’indirizzo Comune di Pescara, Settore Tributi, piazza Italia 1; mentre potrà chiedere delucidazioni anche presso l’Ufficio Relazioni con il pubblico o anche telefonando al numero verde 800.482527.

Ha chiarito il dirigente Scorrano:

i questionari  non sono ‘avvisi di accertamento’ né una sanzione, ma piuttosto rappresentano una richiesta di notizie per la bonifica delle banche dati, dunque i cittadini sono invitati a rispondere celermente rispettando il termine dei 30 giorni per non incorrere in un’inutile sanzione di 258 euro.

Ha  proseguito Filippello:

tale operazione  ci consentirà di recuperare circa 2milioni di euro di imposta Tarsu evasa e 2milioni 400mila euro di Ici, ossia 4milioni 400mila euro complessivi calcolati al minimo, ma le somme potrebbero variare sulla base delle sanzioni accessorie: sugli avvisi di accertamento che i contribuenti riceveranno a casa verrà per legge applicata la sanzione del 100 per cento prevista sull’omessa dichiarazione, ma quegli utenti che pagheranno entro i 60 giorni successivi vedranno ridursi a un quarto la sanzione stessa, quindi pagheranno la tassa dovuta e il 25 per cento di sanzione.

Tale recupero ci consentirà di tenere sotto controllo la tassa sui rifiuti applicata ai cittadini: per legge, infatti, le tariffe Tarsu si determinano sulla base del costo del servizio di smaltimento dei rifiuti, in sostanza le entrate dovrebbero coprire il più possibile le uscite. Oggi Pescara riesce a coprire con le attuali tariffe Tarsu l’82 per cento del servizio e l’azione di recupero ci garantirà sicuramente un maggiore introito immediato oltre all’iscrizione di nuovi contribuenti. La prossima settimana gli uffici inizieranno a inviare a scaglioni gli avvisi di accertamento e i questionari, in tutto 26mila plichi postali.

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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